In concomitanza con i preparativi per il XIII World Congress of Families che si svolgerà a Verona dal 29 al 31 marzo, il Dipartimento di Scienze Umane dell’Università di Verona si è fatto promotore di un documento che esprime preoccupazione per le posizioni espresse da tempo da relatori e organizzatori del convegno riguardo il ruolo della donna, la denatalità, l’aborto, l’orientamento sessuale, le configurazioni familiari. In particolare, il documento denuncia l’uso di convinzioni personali e religiose che sono presentate come verità scientifiche al fine di proporre politiche sociali e familiari che limitano libertà e diritti.
Le firme raccolte sono 672 e comprendono diverse figure dell’Ateneo: ricercatori e docenti strutturati e ricercatori precari di tutte le aree disciplinari (scienze umane, filosofia, medicina, economia, diritto, informatica, discipline storiche e letterarie…), medici in formazione specialistica, docenti a contratto e personale tecnico amministrativo.
«Siamo ricercatrici, ricercatori e docenti dell’Università di Verona, ci occupiamo dell’esperienza e della salute umana da un punto di vista psicologico, filosofico, pedagogico, antropologico, sociologico, giuridico, di teoria politica, medico, biologico, statistico, giuridico, storico, linguistico, economico.
Siamo persone diverse per età, genere, origine, convinzioni politiche e personali, fede religiosa. Siamo però accomunate dalla passione per la ricerca e la conoscenza, e ci riconosciamo in una comunità professionale che ha precise regole scientifiche ed etiche sulla produzione e diffusione del sapere.
Siamo anche unite dal lavorare nella stessa istituzione, l’università pubblica, che se sicuramente non è l’unica voce rappresentativa del sapere scientifico, ne rimane tuttavia una delle espressioni più autorevoli.
Come Dipartimento di Scienze Umane insieme a molte altre e altri docenti, ricercatori e ricercatrici dell’Ateneo tutto e di tutte le aree disciplinari, e a numerosi tecnici e amministrativi, ci facciamo promotori di una presa di posizione critica in merito allo svolgimento del Congresso Mondiale delle Famiglie (World Family Congress), che si terrà nella città di Verona, ospitato dal Comune nel Palazzo della Gran Guardia, il prossimo 29- 30-31 marzo.
Il Congresso Mondiale delle Famiglie è un evento organizzato da molteplici soggetti: l’International Organization for the Family, ProVita Associazione Onlus, CitizenGo, Comitato Difendiamo i nostri Figli, Generazione Famiglia, National Organization for Marriage.
Si tratta di associazioni diffuse a livello internazionale che si sono caratterizzate, negli anni, per precise prese di posizione relativamente a:
– l’affermazione del creazionismo;
– l’idea che la natura abbia assegnato a uomini e donne differenti destini sociali e diverse funzioni psichiche, che identificano automaticamente la donna in un ruolo riproduttivo e di cura;
– l’idea che il lavoro fuori casa delle donne, l’esistenza del divorzio e della possibilità di abortire siano le cause del declino demografico;
– il rifiuto del riconoscimento di diritti civili a configurazioni familiari al di fuori della coppia eterosessuale unita in matrimonio;
– l’affermazione che configurazioni familiari diverse dalla coppia eterosessuale unita in matrimonio siano, di per sé, contesti educativi e affettivi inadatti all’armonioso sviluppo dei minori;
– l’equiparazione tra interruzione volontaria di gravidanza e omicidio;
– la patologizzazione dell’omosessualità e della transessualità e di tutte le forme di orientamento sessuale e identità di genere non ascrivibili a maschio/femmina eterosessuale, e il rifiuto del pieno riconoscimento di diritti civili alle persone che manifestano queste identità;
– la promozione delle “terapie riparative” per le persone omosessuali al fine di “ritornare” alla condizione armoniosa dell’eterosessualità.
Tali posizioni vengono affermate come fondate scientificamente, ma in realtà la ricerca internazionale non è mai giunta a questo tipo di esiti e li ha invece smentiti in diverse circostanze: linee guida di ordini professionali, dichiarazioni di indirizzo di associazioni accademiche, articoli scientifici, comitati etici di riviste scientifiche internazionali hanno da tempo preso le distanze dalle credenze espresse dai relatori del convegno.
Con questo documento intendiamo quindi richiamare l’attenzione sul fatto che il congresso WFC è espressione di un gruppo organizzato di soggetti che propongono come dati scientifici opinioni principalmente ascrivibili a convinzioni etiche e religiose. Questo ci preoccupa ancor più nel momento in cui il Congresso Mondiale delle Famiglie vede la presenza tra i relatori di personalità politiche straniere, rappresentative di paesi come l’Ungheria, la Polonia, la Russia, che stanno proponendo apertamente politiche censorie rispetto al dibattito pubblico su questi temi e restrittive della libertà di ricerca e insegnamento universitari.
Il Codice Etico dell’Università di Verona, assieme ai principi della libertà della ricerca e dell’insegnamento, afferma quelli dell’uguaglianza e della solidarietà, rigettando ogni forma di pregiudizio e discriminazione. Alle mistificazioni del Congresso Mondiale delle Famiglie contrapponiamo quindi non solo gli esiti della ricerca scientifica, ma anche i valori della comunità di cui facciamo parte.»
Le firme raccolte sono visibili qui.
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Sostengo pienamente la vostra dichiarazone.