Luigi Attenasio (Presidente di Psichiatria Democratica del Lazio e direttore del Dipartimento di salute mentale della Asl Roma C; L’Inkontro.info)

DENUNCIA. Il testo dell’onorevole Ciccioli (Pdl) riaprirebbe il paradigma dell’internamento a vita per motivi psichiatrici.

Questa benedetta Italia, tanto bella e tanto sfortunata, in quanto governata in modo cialtrone, non è capace di proteggere una legge unica al mondo – la 180 – che ci è invidiata da tutti all’estero. Psichiatri francesi, spagnoli, olandesi ci chiedono come siamo riusciti in Italia a fare una legge così avanzata. Nella prima Repubblica i ministri della Sanità democristiani o liberali mentre in Italia assecondavano i lamenti di alcune famiglie che volevano cambiare la legge quando andavano all’estero erano costretti a ascoltare i colleghi ministri omologhi che si complimentavano per la qualità della legge italiana. Nel mese di maggio del 1978, addirittura due giorni dopo la promulgazione della legge 180, un onorevole repubblicano pubblicò su un importante quotidiano nazionale un articolo nel quale sosteneva che quella legge andasse cambiata. 

C’è un film-tv su Franco Basaglia, andato in onda nelle settimane scorse in Rai, che ottiene più audience di una trasmissione come Amici e di poco non supera gli ascolti di quella corazzata televisiva che è il Grande Fratello. Produce quindi un ascolto invidiabile. Abbiamo quindi un gioiello normativo quale è la legge 180, abbiamo una storia eccezionale quale è quella di Franco Basaglia e c’è qualcuno, come l’onorevole Ciccioli della destra che presenta una proposta di legge che vuole di fatto andare oltre la legge del 1978. La proposta al momento pende presso la Commissione Affari Sociali della Camera. Ciccioli sta tramando un po’ come faceva Penelope. 

Di giorni operatori e cooperative sociali benemerite tessono la tela del lavoro, di notte c’è qualcuno che la disfa. La proposta di legge Ciccioli, se dovesse essere approvata, determinerebbe problemi spaventosi: riaprirebbe il paradigma dell’internamento a vita per motivi psichiatrici; consentirebbe di effettuare i trattamenti sanitari obbligatori nelle abitazioni dei familiari o finanche all’interno di strutture private. Queste ultime diventerebbero così vere e proprie carceri private. Sarebbe di conseguenza interesse del proprietario della struttura tenere la persona internata a vita. Psichiatria democratica e molti operatori si sono mobilitati per contrastare questa proposta di legge. è stata chiesta un’audizione parlamentare ma ancora non è stata concessa. La Regione Lazio invece ha intrapreso una strada contromano nel momento in cui ha assicurato risorse fresche per un settore dove mancano personale e servi.

(da Terra)

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