Di Peppe Dell’Acqua.
Tra i tanti commenti all’Impazzire si Può, penso che questo debba essere condiviso.
Aldilà dei complimenti ai servizi triestini, la riflessione sul significato di un servizio, sugli snodi cruciali da cogliere, sul senso dell’accoglienza e delle parole mi sembra uno stimolo che andrebbe ulteriormente approfondito.
Mentre i servizi, in giro per l’Italia, subiscono coartazione e immiserimento e gli operatori sembrano costretti all’anestesia e le università si collocano in spazi distanti e surreali, le persone dimostrano sempre più di aver compreso.
Le parole di questi cittadini e cittadine lombarde sono il segno, malgrado tutto, che 40 anni non sono passati invano.
Caro Peppe,
sono quella mamma che, insieme ad una amica e socia, si è inserita clandestinamente in quella bella chiacchierata notturna ai bagni Ausonia, tra te e gli studenti salernitani (mi pare di avere capito).
Questa mail per ringraziarti dell’opportunità che hai offerto a me e al gruppo di famigliari di Pavia e Lodi di visitare il Centro di salute mentale della Maddalena.
Matteo, un altro medico, Benedetto, e un’ infermiera, Cristiana, ci hanno accolti con un’apertura, una disponibilità e un affetto che non siamo abituati a ricevere quando ci relazioniamo con i nostri servizi lombardi.
Ho lasciato Trieste col cuore gonfio di emozioni; alla Maddalena, uno dei 4 CSM 24h, si respirava bellezza, cura, attenzione, amore, competenza, fiducia, speranza, forza, potere….
Il confronto con i nostri servizi è risultato immediatamente e dolorosamente stridente: da noi si respira stanchezza, disinvestimento, sedazione, rassegnazione, cronicità, sfiducia, disperazione, distanza, chiusura, rigidità, difesa…
Quando ti ho ascoltato, questo inverno, in una serata di neve e freddo alla conferenza organizzata dal Circolo Lacaniano all’Umanitaria, mi avevano colpito le tue riflessioni sul luogo della cura come dimensione della soglia; mi avevano aperto un mondo: i luoghi della cura e i luoghi della vita non sono separati ma si intrecciano nelle dimensioni etica e sociale, con tutto ciò che questo implica.
A Trieste questo avviene davvero!!!!!! A Trieste le cose si fanno davvero!!!!
A Pavia i professori universitari della facoltà di psichiatria parlano di grandi e belle cose ai convegni, ma poi le cose non si fanno davvero: c’è un gap tremendo tra le elaborazioni mentali e le azioni.
Caro Matteo,
grazie per il tempo che ci hai dedicato e per la forza che ci hai trasmesso; le cose che ci hai detto sul potere ce le portiamo a Pavia, come una lancia pronta al combattimento; hai detto una cosa che mi ha illuminata e che modificherà il rapporto della nostra associazione di famigliari con i servizi: “spostarsi dal piano della collaborazione a quello dei diritti”.
e grazie per la delicatezza e l’amore con cui ci hai raccontato dei piccoli frammenti di storie: alla Maddalena le storie vengono custodite con cura forse per poi riconsegnarle alle persone che le hanno messe a disposizione trasformate dall’incontro che c’è stato.
Alla Maddalena l’incontro avviene davvero, non ci sono camici bianchi a delimitare rigidamente ruoli difensivi e che creano distanze incolmabili; gli incontri avvengono fra uomini, fra storie; non ci sono maschere a distorcere ulteriormente una realtà già di per sé poco chiara e dai confini labili e poco definiti.
E ora mi rimane una domanda angosciosa: come si fa a trasformare una realtà rigidamente bloccata in un sistema chiuso, come è quello dei nostri servizi? Ci vorrà molto tempo, ci vorrà un cambio generazionale, ci vorrà la forza dei giovani studenti e specializzandi, ci vorrà anche un po’ di fortuna nell’incontrare persone motivate a mettersi in discussione e a produrre dei cambiamenti….e ci vorrà la nostra voce di famigliari, non più timida e timorosa di rovinare i rapporti con gli operatori, ma chiara, forte e determinata a richiamare principi e diritti.
Con affetto, stima e riconoscenza,
c. g.
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Ho conosciuto il dott Dall’Acqua ad un congresso a Pescara parecchi anni fa.Ho un indelebile ricordo:le sue parole mi hanno ridato la speranza.Ho un sogno,quello di andare a Trieste e cconoscere meglio la realtà del CSM.