Siamo i genitori di Ivan che si trova all’OPG di Castiglione delle Stiviere dal 26 settembre 2010, per un episodio avvenuto nel luglio 2009.
In seguito a perizia psichiatrica richiesta dal magistrato, dalla quale risultava che non si poteva escludere in futuro la “pericolosità sociale”, il giudice per le indagini preliminari ha deciso il ricovero in OPG come misura cautelare in attesa di processo. L’udienza si è tenuta dopo 14 mesi al Tribunale di Mantova (Sentenza il 17 Novembre 2011), con assoluzione dal capo di imputazione principale (Rapina) e la condanna a 3 mesi per il capo accessorio (Aggressività nei confronti del padre) e la misura di sicurezza di ulteriori 6 mesi di permanenza in Opg per la possibilità della pericolosità sociale. Intendiamo aderire alla campagna Un volto un nome, promossa da StopOpg, con motivazioni meglio specificate di seguito:
I giorni contati
Tutti noi abbiamo i giorni contati meticolosamente: oggetti più o meno tecnologici, dal cellulare al display dell’automobile, dal cartellino sul posto di lavoro al calendario digitale, scandiscono le ore e i giorni della nostra vita; le persone che ci stanno accanto e attorno, gli appuntamenti dal dottore o dal commercialista, il pagamento dell’ICI o del bollo della macchina accompagnano il trascorrere del nostro tempo con il mutevole alternarsi delle stagioni.
Chi conta i giorni delle persone che vivono negli OPG, strutture a doppio comando tra Giustizia (nella sostanza) e Sanità (pura forma spesso vuota)?
Certamente non i giudici che se ne occupano. Per loro il tempo della misura cautelare non viene messo in conto; dati i tempi della giustizia, possono restare in attesa di processo 14, 16, 18 mesi anche, internati in questi luoghi in uno stato definito “provvisorio”: che significa in buona sostanza “nessuna definizione di un programma “, nessun permesso di uscita neppure accompagnati da personale interno, i giorni che si succedono uno dopo l’altro tutti uguali: tutti ugualmente vuoti.
E quando finalmente si arriva alla sentenza (esempio: assoluzione dall’imputazione principale, condanna di 3 mesi per una sciocchezza collaterale, una di quelle cose nelle quali le persone con problemi psichici sono maestri), si potrebbe pensare che finalmente ricomincia il conteggio dei giorni. Invece no, perché il giudice ha 60 giorni (termine sembra non vincolante) per depositare la sentenza e renderla definitiva. Ricomincia dunque il meccanismo perverso dei giorni che nessuno conta… non il diretto interessato, che da tempo ha smesso di contare … non il personale dell’OPG, per il quale permane lo “stato provvisorio”.
Molti potrebbero controbattere: comprendiamo questo intervento, proviene dai genitori di una persona che dal 26 settembre 2010 è internata a Castiglione delle Stiviere in stato “provvisorio”… come non capire il loro stato d’animo? Ma le cose non stanno così: in realtà, nel tentativo di conservare la residua capacità di contare i giorni, i giorni della nostra vita e di quella di nostro figlio, siamo disponibili a mettere parte del nostro tempo e delle nostre risorse a favore della campagna StopOPG e a sostenere il manifesto Un volto un nome: restituire identità, storia e cittadinanza.
Per ridare dignità e identità a 1500 persone a cui sono state rubate, tra le quali nostro figlio.
Enzo e Mara