La settimana scorsa abbiamo dato la notizia della morte di Valerio Canzian.
Protagonista e guida nei decenni passati del lavoro di promozione, difesa e tutela dei diritti delle persone con disturbo mentale e delle loro famiglie. Ha operato a livello nazionale nell’UNASAM, ma soprattutto a livello regionale lombardo e milanese in contesti, quindi, politico-amministrativi assai difficili, spesso impermeabili, quando non apertamente ostili alle culture professionali e organizzative della riforma dell’assistenza psichiatrica pubblica italiana del 1978.
Valerio ha sempre tenuto il punto con fermezza e severità su questioni quali:
- le contenzioni, in specie negli SPDC, anche sostenendo insieme ai famigliari ricorsi alla magistratura in alcune vicende davvero drammatiche;
- il lungo internamento in strutture residenziali cosiddette protette come proposta privilegiata e routinaria per situazioni di grave sofferenza, grande complessità e durata al posto della costruzione e della gestione di percorsi di salute mentale di cui siano protagonisti i sofferenti, le loro famiglie, le reti sociali di prossimità,
- il dovere della Regione e delle Aziende sanitarie lombarde di predisporre e garantire servizi, operatori in numero adeguato, risorse per la promozione della salute mentale delle persone ristrette nelle carceri e nelle REMS di Castiglione delle Stiviere.
Valerio ha sempre ricercato l’interlocuzione con la politica regionale e cittadina, mai limitandosi alla protesta, ma pretendendo di essere ascoltato, e non da solo, ma insieme in specie alla Camera del Lavoro di Milano, a Casa della Carità di don Colmegna, Stopo opg, Forum salute mentale.
Con la sua morte il movimento per la salute mentale italiano, quello lombardo in assoluto, hanno perso una grande guida, determinata, generosa, competente.
Un grande abbraccio. Ciao Valerio,
Luigi Benevelli
Giovanni Rossi
Mantova, 11 maggio 2022