(ANSA) – ROMA, 6 LUG – Servizi in chiaro-scuro per la salute mentale in Italia: se la qualita’ generale e’ discreta, restano troppe differenze da struttura a struttura e anche fra i servizi della stessa Asl. Critiche restano la sicurezza dei pazienti, l’accessibilita’, l’informazione e l’integrazione socio-sanitaria. E’ il quadro che emerge dal ‘Rapporto Audit civico nella salute mentale: i cittadini valutano i servizi’ presentato oggi a Roma da Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato (Tdm). L’audit ha conivolto 6 aziende sanitarie, di cui 4 Asl e 2 ospedali – azienda ospedaliera Bolognini-Seriate (Bg) e Ospedali Riuniti (Bg); Asl 4 Chiavarese-Chiavari (Ge); Ussl 13 Mirano (Ve); Asl Teramo; Asl Na3 Sud-Castellammare di Stabia (Napoli). Il progetto pilota, realizzato in partnership con AstraZeneca, ha valutato con il punto di vista dei cittadini i servizi erogati da Dipartimenti di salute mentale (Dsm), Servizi psichiatrici di diagnosi e cura (Spdc) e Centri di salute mentale (Csm) attraverso 321 indicatori raggruppati. Dal rapporto emerge un giudizio negativo sulla sicurezza delle strutture: ”Il giudizio – sottolinea Cittadinanzattiva – e’ mediocre e l’immagine e’ quella di strutture obsolete o poco curate. L’inadeguatezza degli ambienti non e’ accettabile, poiche’ contribuisce allo stigma e non migliora l’accoglienza”. Se l’integrazione fra i servizi sanitari risulta ”buona o discreta”, le pratiche di collaborazione con gli altri servizi non sempre sono attivati, a partire da quelli con le forze dell’ordine e la magistratura, presenti solo nella meta’ dei servizi, in tutti e tre i livelli. Bene invece la collaborazione con le associazioni. Male anche l’inserimento nel mondo del lavoro dei cittadini con disturbi mentali: solo la meta’ dei Dipartimenti e ancor meno (40%) dei Centri organizza incontri con i datori di lavoro della zona per valutare la possibilita’ di inserimento. (ANSA).
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