«Il libro, straziante e bellissimo, di Giovanna Del Giudice, percorso da una straordinaria passione della dignità umana, e da una sconvolgente descrizione di fatti che crudelmente la lacerano, si confronta con la questione radicale della contenzione in psichiatria nella quale è in gioco la dignità dei pazienti».
[dall’introduzione di Eugenio Borgna]
Il libro su uno dei più grandi successi TV del 2010. Tutti i retroscena, dall’idea alla sua realizzazione: soggetto, trattamento e sceneggiatura e infine, allegato in DVD, il film.
Un’appassionata narrazione delle storie individuali di pazienti, amministratori, operatori, un grande racconto collettivo che vede sulla scena più di cento personaggi.
A partire dalla difficile e impensabile apertura delle porte del manicomio di Gorizia e di Trieste, viene narrata l’origine di un cambiamento epocale nel modo stesso di intendere la salute mentale che ancora oggi provoca e fa discutere.
“Restituire la soggettività” raccoglie le lezioni sul pensiero di Franco Basaglia che Rovatti ha tenuto durante il corso di Filosofia teoretica nell’anno accademico 2008-2009. La riflessione si condensa sul problema della soggettività e più specificatamente su cosa significhi e come sia possibile “restituire” la soggettività a coloro, come gli ex internati in manicomio, ai quali è stata sottratta.
La giovane Flora Tommaseo dal 2010 al 2011 affronta un’esperienza che le cambia la vita. Le pagine di questo libro raccontano proprio quei giorni di dolore e di crescita interiore che l’hanno strappata da una vita radicata da tempo nell’oscurità del mondo. Il libro ha attirato l’attenzione di Claudio Magris, che ne ha scritto una preziosa introduzione.
Finalista della XXX edizione del Premio dei Lettori di Lucca, “La trappola del Fuorigioco” è un toccante romanzo che narra la storia di una famiglia che deve fare i conti con il disagio mentale, che irrompe inaspettato nelle loro vite. Un figlio cerca di tenere e di non perdersi nel rapporto sempre affettuoso col padre al quale è stato diagnosticato un severo disturbo mentale. Un racconto lucido, doloroso, emozionante che, attraverso la metafora del calcio, trasmette al lettore l’ovvia e imprescindibile constatazione che nessuno si salva da solo.
«Esiste una retorica della malattia mentale. E i primi a cascarci sono i malati mentali stessi: anche se in genere non hanno idea di cosa significhi esattamente la propria diagnosi, alcuni di essi finiscono infatti per andarne orgogliosissimi: rappresenta per loro una sorta di superpotere, una seconda personalità dotata di energia e volontà illimitate. Qualcosa che li rende sfaccettati, misteriosi, preziosi. Speciali.»
Alberto Fragomeni
Di Amedeo Gagliardi, pedagogista, associazione San Marcellino, Genova Come faccio a continuare a prestare la mia opera come medico, se…
Roma, maggio 1978. In un’Italia ancora scossa per l’omicidio del presidente della Democrazia Cristiana Aldo Moro, il Parlamento approva un disegno di legge dal titolo “Accertamenti e trattamenti sanitari volontari e obbligatori”. Si tratta dell’atto di nascita della riforma psichiatrica, la cosiddetta Legge 180, che stabilisce la chiusura degli ospedali psichiatrici e ridisegna lo statuto giuridico della persona con malattia mentale. La riforma rappresenta il successo di un ampio movimento sociale, formato in larga misura da operatori del settore, che da alcuni anni si battono per la chiusura dei manicomi. Leader di questo movimento è lo psichiatra veneziano Franco Basaglia.
Alla Conferenza Nazionale per la Salute Mentale si è parlato del tema dei diritti. Sulla scia della discussione tenutasi a Roma riproponiamo “Il pensiero lungo. Franco Basaglia e la Costituzione italiana” di Daniele Piccione, un libro che ci spinge a riflettere sull’urgenza di un impegno alle trasformazioni sociali attraverso la forza della Costituzione e che ci richiama alla sfida dell’uscita dalle molte sacche di abbandono e disagio ancora racchiuse nel tessuto sociale del nostro Paese.
In vista della Conferenza Nazionale per la Salute Mentale riproponiamo questo prezioso scritto di Franca Ongaro Basaglia che, nella generale penuria intellettuale del nostro presente, riattiva un lavoro di riflessione critica sempre più urgente ed illustra le radici dell’orizzonte in cui ora siamo.