Mi piacerebbe essere a Collegno per la giornata della dignità. Attraversare muri e abbatterli è quanto più mi piace fare. Ma sarà difficile. Il 13 maggio è per me una giornata molto impegnativa. In Piemonte, a Torino, ci sono già stato e ho parlato con amici carissimi, con operatori e con amministratori. E’ una bella cosa promuovere questa giornata e bisognerà farla diventare un momento importante per tutto il paese pensando tuttavia ai bravi operatori di Collegno, di Settimo e di tanti altri luoghi in Piemonte, luoghi di nuovo internamento. Parlo delle costosissime, affollate e inutili strutture residenziali e delle infinite comunità terapeutiche. E non riesco a dimenticare le porte blindate e le telecamere che ho visto all’ingresso di troppi servizi psichiatrici di diagnosi e cura e le immagini dei luoghi della salute mentale comunitaria fragili, spesso vuoti, che fanno fatica a incidere in un sistema che sceglie di puntare sui posti letto: sull’acuto, il subacuto, il cronico. Erano così nominati anche i reparti di Collegno. Forse mentre ricordiamo, e io con orgoglio, quei giorni di 40 anni fa, sarà bene pensare ad altre proposte (di legge?) non solo per far fronte alla smemoratezza, ma anche per arrestare il declino ormai evidente a ognuno delle politiche, delle culture e delle organizzazioni, non solo in Piemonte.
Andrea Soldi è morto come sappiamo in un giardino pubblico di Torino. A me piacerebbe partire da qui!