Grande partecipazione e dibattito intenso al convegno sul superamento degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, organizzato il 4 aprile dal Comune di Milano a Palazzo Marino, su proposta del comitato stopOPG lombardo.
Al convegno sono intervenuti Pierfrancesco Majorino (Assessore alle Politiche Sociali e Cultura della salute di Milano), Ignazio Marino (Senatore e Presidente della commissione d’inchiesta sugli OPG), Sergio Moccia (giurista dell’Università di Napoli), Antonella Calcaterra (Camera Penale di Milano), Stefano Cecconi (CGIL Nazionale e stopOPG), Franco Rotelli (Psichiatra e presidente della conferenza mondiale per la salute mentale), Patrizia Quartieri (Consigliera Comunale), Luigi Benevelli (psichiatra), Alberto Villa (STOP OPG Lombardia), Peppe Dell’Acqua (Dipartimento Salute Mentale Trieste), don Virginio Colmegna (Fondazione Casa della Carità), Andrea Materzanini (Dipartimento Salute Mentale Azienda Ospedaliera di Chiari), Marco Cormio (Consigliere Comunale). Emozionanti gli “interventi narrativi” di ForMattArt basati su storie e lettere degli internati.
Il dibattito si è inevitabilmente soffermato sulla recente legge “svuota carceri” per le norme relative agli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, ma ha affrontato anche gli impegni che in regione Lombardia sono necessari per contribuire al superamento degli OPG. In particolare, è stata apprezzata la scelta del Comune di Milano che, con l’assessore Majorino, ha deciso di assumere iniziative per sostenere la campagna per l’abolizione degli OPG, a partire dal potenziamento dei servizi sociali e per un nuovo ruolo dei servizi di salute mentale della regione, che devono essere riportati nel territorio.
Per quanto ci riguarda, come stopOPG, abbiamo ribadito l’importanza del lavoro svolto dalla commissione d’indagine sugli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, presieduta dal senatore Marino, che ha permesso di riaprire la battaglia per la loro chiusura definitiva. E tuttavia abbiamo confermato che la nuova Legge non può soddisfarci. Intanto perché, come tutti hanno ammesso, non supera, né abolisce gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari e tanto meno i dispositivi giuridici che li sostanziano. Può invece essere utilizzata per applicare bene, entro il termine stabilito (marzo 2013), le norme già esistenti sul superamento degli OPG Ma bisogna deciderlo davvero, soprattutto finché non cambierà la legge sull’imputabilità del “folle reo” e sulla “pericolosità sociale”. Perché la magistratura altrimenti continuerà a disporre “misure di sicurezza” ancora in OPG, e cioè d’ora in poi nelle nuove strutture che la legge prevede in ogni regione al posto dei vecchi OPG: strutture che perciò abbiamo definito “mini OPG”. Abbiamo detto che le nuove strutture speciali saranno più decorose degli attuali manicomi criminali, certo con sollievo per gli uomini e le donne oggi internati in strutture indegne di un paese civile. Ma le strutture perpetuano la logica dell’internamento manicomiale e confermano il binomio cura/custodia. Non può essere questo l’esito del percorso per il superamento degli OPG.
Bisogna assolutamente evitare di fermarsi: tanto più in presenza di servizi di salute mentale territoriali deboli, i nuovi mini OPG rischiano di essere riempiti di nuovo, anche per l’assenza di un meccanismo di controllo sulle proroghe. Per questi motivi abbiamo rinnovato al Senatore Marino la richiesta di un confronto con la commissione da lui presieduta, ricevendo una disponibilità. In particolare, questa la nostra proposta, Governo e Regioni devono decidere di utilizzare subito le risorse stanziate dalla nuova legge: per i progetti terapeutico riabilitativi individuali alternativi all’OPG e per riqualificare le strutture dei Dipartimenti di Salute Mentale e carcerarie. L’ordine del giorno (9/4909/31) approvato alla Camera, in occasione del voto sulla legge per l’emergenza carceri, impegna il Governo proprio in questa direzione.
Contemporaneamente, in tutte le regioni i comitati stopOPG stanno chiedendo confronto con le Giunte Regionali per sostenere la presa in carico delle persone internate e per “vigilare” sui percorsi individuati per la dimissione e sulle eventuali strutture attivate.
Perciò il ruolo di stopOPG in Lombardia, tanto più con la dichiarata disponibilità del Comune di Milano, può essere decisivo per accelerare il processo di superamento degli OPG, restituire dignità e diritti alle persone oggi internate e fare in modo che “non accada mai più”.
Stefano Cecconi