(Immagine di Enrico Cicchetti: enricocicchetti.wordpress.com)
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“Gli venne incontro l’Ispettore capo Michele Pecorari più curvo che mai: si trattava del nuovo ancorché sconosciuto Direttore, che diamine! E le gerarchie e i relativi poteri erano formalmente tenuti in gran conto nel manicomio, tanto più che il potere del Direttore doveva servire a legittimare a cascata il potere e le prepotenze di ciascuno dei sottoposti nella gerarchia. Seguendo fiducioso il rito, Pecorari sottopose al Direttore il registro delle contenzioni disposte dai medici, o semplicemente praticate dagli infermieri, il giorno precedente per la firma di convalida. Basaglia lo guardò con aria perplessa e interrogativa e, dopo un indugio che dovette sembrare assai lungo agli astanti, disse semplicemente: e mi, no firmo!

L’effetto fu quello di uno sparo nel buio”[1].

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[1] “ All’ombra dei ciliegi giapponesi”, una lunga testimonianza sugli anni goriziani di Antonio Slavich ( in via di pubblicazione)

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