Orlando chiede la relazione dell’assessore. La cartella clinica sarà acquisita dal nucleo Nas dei carabinieri
Palermo – La commissione parlamentare d’inchiesta sugli errori sanitari ha chiesto all’assessore regionale alla sanità Massimo Russo una relazione dettagliata sulla morte di Stefano Biondo, il giovane disabile psichico morto dieci giorni fa mentre si trovava ricoverato presso una casa-famiglia di Siracusa. E’ stato il presidente della commissione nazionale, Leoluca Orlando, a trasmettere la richiesta alla Regione per acquisire ogni elemento utile a fare luce sul tragico episodio avvenuto il 25 gennaio scorso. E’ un primo importante traguardo raggiunto grazie agli incessanti appelli della sorella Rossana La Monica che, dal giorno del decesso del fratello, non ha mai smesso un istante di chiedere giustizia e verità. Una verità da ricercare soprattutto nelle pieghe di un sistema sanitario fragile e incapace di tutelare i soggetti più deboli.
Nella lettera, il presidente della commissione sugli errori sanitari riepiloga la triste vicenda di cui è stato sfortunato protagonista Stefano con i suoi due anni e mezzo di ricovero all’interno del reparto psichiatria dell’ospedale di Siracusa in attesa di una sistemazione in strutture terapeutiche esterne. Accoglienza quasi sempre negata e porte spesso chiuse alle ipotesi di accettare Stefano in comunità fino alla data del 24 gennaio quando, in seguito ad un provvedimento del tribunale, si è reso possibile il suo trasferimento dall’ospedale. Un desiderio che, dopo un lungo tempo, stava per diventare realtà alimentando le speranze per nuove cure e nuovi percorsi di integrazione.
Appena un giorno e la gioia però è stata cancellata dalla tragedia. L’indomani, infatti, dalla casa-famiglia è partita la telefonata ai familiari nella quale si annunciava un malore di Stefano in preda ad una crisi nervosa e la necessità di riportarlo urgentemente in ospedale. Un malessere forse sottovalutato in quanto sarebbero stati, invece, proprio i familiari a comprendere per primi la gravità della situazione.
“Giunti pochi minuti dopo nella comunità – si legge nel comunicato pubblicato da Orlando nel suo blog – avrebbero trovato il loro congiunto in condizioni preoccupanti “buttato a terra legato con un cavo elettrico e con un aspetto allarmante”. L’infermiere presente, dopo aver cercato invano di tranquillizzarli, constando l’assenza di pressione sanguigna, si decideva a chiamare il 118, senza specificare però che si trattava di un arresto cardiocircolatorio; pertanto l’ambulanza era giunta priva di strumenti di rianimazione e di defibrillatore. Quando è finalmente arrivata l’ambulanza attrezzata in modo idoneo al caso, il paziente era ormai deceduto”.
Sulla vicenda, com’è noto, è stata aperta un’inchiesta della Procura che ha disposto l’autopsia, già effettuata in presenza di un perito nominato dai familiari.
In serata si è diffusa inoltre la notizia di un analogo intervento della commissione d’inchiesta sul servizio sanitario nazionale che ha chiesto ai carabinieri del Nas di acquisire la cartella clinica del giovane e di esperire ogni necessaria indagine. Il presidente della commissione, Ignazio Marino, ha rilasciato un duro commento sull’accaduto parlando di una vicenda agghiacciante in cui, oltre a violare il diritto costituzionale alla salute, è venuta a mancare pietà umana nei confronti di una persona che doveva essere curata. Le risultanze delle indagini potrebbero essere inserite in un’inchiesta nazionale sulla salute mentale.
di Sergio Molino da il Giornale della Sicilia