Cagliari, 13 mar. (Agi) – Con 200 mila euro la Commissione regionale per le Pari Opportunita’ finanziera’ 70 borse di studi per la frequenza di un master universitario sulla salute mentale. Per il primo anno saranno 45 le donne che potranno usufruirne e cinque per ognuno dei cinque anni successivi. Il master, chiamato Meditpsycare-Donna e organizzato assieme l’Universita’ di Cagliari, e’ rivolto a donne con laurea triennale, con priorita’ per gli indirizzi sanitari e socio-sanitari, e residenti in Sardegna da almeno cinque anni. Le iscrizioni scadono il 25 marzo, mentre le lezioni, on line, potrebbero iniziare a giugno o a ottobre ( a seconda delle domande che arriveranno). I moduli possono essere scaricati dal sito dell’Universita’ di Cagliari e da quello della Regione Sardegna. “Siamo state costrette a una corsa contro il tempo”, ha spiegato la presidente della Commissione, Luisella Derosas, presentando questa mattina il progetto”, perche’ ci siamo insediate a dicembre e abbiamo rischiato di perdere i fondi del 2009. L’accesso al master rispettera’ la rappresentanza territoriale”, ha aggiunto la presidente della Commissione, “con possibilita’ di partecipazione a donne di tutte le province”. Nell’ambito di Meditpsycare-Donna, inoltre, l’Universita’ di Cagliari produrra’, in collaborazione con centri di eccellenza mediterranei, 5 moduli didattici (fruibili on-line) sul benessere psicosociale della donna. I temi saranno: la donna, i cambiamenti della societa’ e le problematiche psicologiche nel mondo del lavoro; la donna e il ciclo di vita, la sindrome pre-mestruale, la depressione post-partum, la menopausa; l’adolescenza; la storia delle cure in salute mentale da una prospettiva femminile; la donna e l’emigrazione. Il benessere psicologico della donna – si legge in una nota – e’ un obiettivo sociale perche’ non solo la donna ha diritto ad una vita di qualita’ ma anche perche’ l’eventuale malessere della donna si ripercuote sui figli, sulla famiglia e quindi, su tutta la societa’. La sofferenza psicologica e’ un elemento caratterizzante la nuova societa’. L’Organizzazione Mondiale della Sanita’ stima che la depressione rappresenti la seconda causa di disabilita’ nel mondo dopo i disturbi cardiovascolari. Il fatto che la depressione sia piu’ frequente nelle donne e’ un fatto appurato: le donne manifestano infatti una frequenza piu’ che doppia rispetto ai maschi. Ogni 10 depressi, 7 sono donne. Il rischio al femminile riguarda anche i disturbi d’ansia e, soprattutto nelle adolescenti, i disturbi della condotta alimentare, come la bulimia e l’anoressia, condizioni che presentano una frequenza nelle donne 10 volte superiore rispetto all’uomo. Secondo alcuni studiosi tali disturbi alimentari sono l’emblema della societa’ dell’apparire. Di una societa’ che esaspera la competitivita’ e dove l’immagine sembra rappresentare l’elemento piu’ importante. Gli esperti dicono che fattori bio-psico-sociali, cioe’ l’interazione fra elementi ormonali correlati al ciclo di vita (si pensi alla celebre depressione post partum), e psicosociali, come la maggiore esposizione allo stress in una societa’ che cambia, determinerebbero la vulnerabilita’ al femminile.
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