Udine, 25 gen – Strutture territoriali e più vicine ai bisogni dei malati, Centri di salute mentale sulle 24 ore più efficienti e una rete di cura omogenea a livello regionale.
Sono gli obiettivi principali del Piano regionale della salute mentale, infanzia, adolescenza ed età adulta 2018 – 2020 approvato in via preliminare dalla Regione.
Il Piano muove da un’accurata analisi dell’attuale situazione dei servizi per la salute mentale che trovano in Friuli Venezia Giulia un modello organizzativo all’avanguardia, radicato fin dagli anni ’60 nell’esperienza di Franco Basaglia. Ciononostante i servizi, soprattutto quelli riferiti all’età evolutiva, si sono nel tempo articolati in maniera eterogenea sul territorio, dove si misura anche una presenza diversificata di neuropsichiatri, l’assenza di un sistema informativo unico e di un osservatorio epidemiologico dedicato.
Il Piano intende innanzitutto, sul cardine della riforma della sanità, migliorare l’integrazione tra cure primarie e specialistiche e i relativi percorsi di cura, tenuto conto che la cura dei disturbi mentali “comuni” ha un altissimo impatto sui servizi. In particolare dovranno essere costruite relazioni stabili tra gli operatori dei Centri di salute mentale e i medici di medicina generale, sia nella prevenzione che nella presa in carico e cura dei pazienti.
Il Piano si prefigge inoltre di implementare la rete regionale integrata per la prevenzione, l’identificazione precoce, la diagnosi, la cura e l’abilitazione/riabilitazione rivolta a minori con disturbi neurologici, neuropsicologici e psicopatologici e disordini dello sviluppo psicologico, cognitivo, linguistico, affettivo e relazionale.
Una parte del Piano è dedicata alla definizione di percorsi di transizione delle cure dall’età pediatrica a quella adulta, coinvolgendo i diversi attori della rete territoriale, medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, neuropsichiatrie dell’infanzia e dell’adolescenza e Dipartimenti di salute mentale, per una presa in carico integrata.
Con questa visione ritrova centralità il “progetto terapeutico riabilitativo individualizzato”, un percorso di cura coerente con i bisogni della singola persona, in cui sono coinvolti servizi sanitari, enti locali e operatori del terzo settore. I percorsi riabilitativi si fondano principalmente su tre assi principali: casa, scuola/lavoro e socialità e possono essere finanziati anche attraverso il Fondo per l’autonomia possibile. Altre esperienze positive che il Piano evidenzia sono quelle dell’abitare inclusivo, che ha permesso una progressiva riduzione delle residenze che ospitano persone con disturbi psichici (da 31 nel 2004 si è passati a 23 nel 2016, con una riduzione del 23%) e dei posti letto dedicati (dai 210 del 2004 ai 152 del 2016, con una riduzione del 26%), a favore di nuove forme di domiciliarità che favoriscono il superamento del disagio psichico e il reinserimento sociale. Allo stesso modo agiscono i tirocini inclusivi, che offrono opportunità dirette di inserimenti nel mondo del lavoro e acquisizione di competenze.
Ampio spazio è dedicato alla formazione e ricerca: la Regione intende promuovere programmi di ricerca scientifica innovativa che possano valorizzare le esperienze regionali in materia di salute mentale, in particolare nelle buone pratiche in ambito di cure orientate al recupero, nell’appropriatezza degli interventi farmacologici a livello di cure primarie in età adulta e pediatrica, nella riabilitazione psicosociale e nella prevenzione del suicidio.
Il Piano detta, inoltre, le linee guida per la gestione dell’emergenza, la prevenzione del suicidio e il trattamento delle patologie connesse all’uso di sostanze psicotrope e delle patologie da dipendenza. Si prevede, infine, entro il 2020 lo sviluppo e l’adozione di un sistema informativo unico per la salute mentale, da adottare sia nei servizi dell’adulto, che in quelli dell’infanzia e adolescenza, per favorire una maggiore capacità gestionale e programmatoria.
In Friuli Venezia Giulia le persone seguite dai servizi dei Dipartimenti di salute mentale sono circa 20 mila di cui il 60% sono donne (dati 2016). Le classi di età prevalenti sono quelle comprese tra i 30 e i 49 anni e tra i 50 e 69 anni. I disturbi più diffusi sono quelli dello spettro psicotico (schizofrenia sindrome schizotipiche e deliranti), le sindromi affettive (disturbi di umore) e quelle legate allo spettro ansioso (fobie correlate a stress) che assieme rappresentano più dei tre quarti di tutte le diagnosi. Per la salute mentale degli adulti, i Dipartimenti di salute mentale della Regione hanno investito nel 2016 oltre 63 milioni di euro.
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