“Non si resta ancorati a una visione antica” dice Di Giannantonio (Presidente della Società Italiana di psichiatria)
Di Giannantonio dovrebbe entrare nel merito e spiegare a noi tutte e tutti cosa significhi avere una visione antica. Nel tempo ho avuto modo di ascoltare diverse sue interviste e sovente, nelle sue elucubrazioni, ho riscontrato un pedante tentativo di sottolineare l’importanza della scienza, della diagnostica e del farmaco. Quasi a dover giustificare e difendere una tecnica psichiatrica che palesemente non riesce a rispondere alle complessità del malessere. Una psichiatria che semplicemente agisce sul sintomo e lo attenua, spesso per un tempo assai limitato.
Trieste non è diventata un centro di interesse mondiale per le pratiche di salute mentale in base ad una visione antica.
Si preoccupi piuttosto della scarsità dei servizi territoriali presenti in Italia, che mortificano non solo la legge 180, ma la vita di tutte le persone che attraversano l’esperienza del disagio o del disturbo mentale. Centri di salute mentale non aperti sulle 24h. SPDC chiusi con persone legate ai letti. Investimenti massicci su residenze private, distaccate dal territorio e dagli affetti delle persone. Somministrazioni indiscriminate di psicofarmaci, che, oltre a ridurre il sintomo, hanno spesso lo scopo di velare l’assoluta assenza di una continuità di lavoro e di supporto territoriale.
Sono ancora molte le sofferenze alle quali non sapete rispondere. Sofferenze che intenzionalmente volete ridurre alla singola persona e alla condizione statisticamente derivata. Sono sofferenze che hanno un nome e un cognome. Persone in situazioni di fragilità, spesso figlie dell’arroganza, della spudoratezza e dell’indifferenza di una società e di saperi scientifici che non sanno e non vogliono rispondere alle proprie contraddizioni.
È facile deresponsabilizzare se stessi, il proprio ruolo e il proprio mandato sociale sig. Di Giannantonio.
Credo sia molto più difficile essere onesti ed assumersi la responsabilità effettiva del malessere delle persone e cercare di promuovere, seppur con fatica e molti sacrifici, un cambiamento che sia trasversale alle discipline e alla società. Un cambiamento che restituisca soggettività alle persone, che le reintegri in modo concreto e globale nel tessuto sociale, che le renda protagoniste del proprio percorso di cura e di vita.
Ad essere antico non è il modello basagliano,
ad essere antica, sig Di Giannantonio, è la vostra illusione che la psichiatria tradizionale possa continuare ad avanzare risposte semplici a problemi e bisogni complessi.
Kevin Nicolini