Caro direttore, siamo tre pazienti che hanno trascorso un breve periodo presso il reparto di psichiatria dell’ospedale di Montebelluna. È prevalente nell’opinione comune che in un reparto come questo ci siano persone che hanno problemi psichici più o meno gravi: l’aiuto che si può dare a costoro è quello di cercare di rendere la loro vita più vivibile e normale possibile. All’interno del reparto vi sono però anche altri pazienti che hanno problemi di depressione ed alcolismo.
Chiacchierando con loro, abbiamo potuto notare come, pur se le cause sono spesso molto diverse da individuo ad individuo, le strade della sofferenza e la lotta per uscirne, siano uguali per tutti.
Il desiderio di tornare a vivere è molto forte, l’errore quasi sempre è stato nel non accorgersi in tempo di ciò che stava accadendo e nel non aver voluto ascoltare i consigli di altre persone. In quest’ultimo caso ciò è dovuto, crediamo, soprattutto al fatto che la strada e gli ostacoli che si incontrano sono più facilmente comprensibili da chi vive o ha vissuto queste sofferenze. Noi abbiamo conosciuto diverse forme di sofferenza e parlando con gli altri ci siamo, per quanto possibile, aiutati.
Tutto questo però non sarebbe bastato senza l’’aiuto, cioè l’attenzione e la partecipazione ci è stata data dal personale medico, dagli infermieri e dalle altre figure interne al reparto. Stiamo per andare via dall’ospedale e ci è parso un dovere etico ringraziarli e raccontare la nostra esperienza.
W.P.T.
tratto da: http://www.gazzettino.it 27/11/2006