CONDANNATI GLI PSICHIATRI OMICIDI E, INTANTO, COL DSM 5 CRESCONO I COMPORTAMENTI “MALATI”
Martedì 30, dopo un anno e mezzo di dibattimento è arrivata la sentenza del processo per la morte di Franco Mastrogiovanni.
Il maestro elementare Mastrogiovanni era morto la notte tra il 3 e il 4 agosto 2009 nel reparto di psichiatria del San Luca di Vallo. Dopo un TSO (trattamento sanitario obbligatorio) Franco era stato tenuto legato al letto per quasi 4 giorni consecutivi, abbandonato senza mai slegarlo, senza mangiare e senza bere, nonostante si lamentasse e piangesse. Poi nella notte era morto, e nessuno se ne è accorto fino al mattino dopo.
La sentenza ha condannato i medici in servizio al reparto per sequestro di persona, omicidio colposo, falso in cartella, con pene che vanno dai 4 ai 2 anni. Assolti dalle accuse invece tutti gli infermieri, anche se hanno assistito senza intervenire all’agonia del paziente. Ma è giusto sollevare da ogni responsabilità infermieri che vedono morire una persona, e non fa nulla? Ne parliamo a Psicoradio.
La puntata continua ad occuparsi di psichiatria, parlando della prossima versione del DSM (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders), il manuale che elenca i disturbi mentali e viene utilizzato in tutta la medicina occidentale come testo di riferimento per le diagnosi. La nuova versione che sta per uscire , il DSM V, ha suscitato una accesa discussione tra gli psichiatri.
Psicoradio ha raccolto le critiche dello psichiatra americano Allen Frances, che era stato uno dei redattori del DSM IV. Allen Frances, assieme a molti altri colleghi, pensa che questa revisione del DSM aumenti i comportamenti diagnosticati come disturbi, e quindi la psichiatrizzazione di comportamenti e stati d’animo, (e di conseguenza il consumo di psicofarmaci).