Con vivo stupore apprendo, questa mattina da una famiglia aderente all’ASARP, che il Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura 1 di Cagliari (quello che è andato a fuoco di recente, quello dove è morto legato il Signor Casu, quello che continua a praticare la contenzione) è stato trasferito, provvisoriamente (sic!), in un’area ospedaliera ristrutturata e attrezzata per ospitare una struttura carceraria sanitaria. Pensate che non hanno trovato altre soluzioni! Un problema sanitario non ha trovato soluzioni all’interno del sistema sanitario pubblico. Qualunque altra soluzione, come ad esempio riaprire immediatamente gli 8 posti letto dei 2 centri di salute mentale sperimentali (Cagliari A e Quartu S.E.), non è stata presa neppure in considerazione!
Quindi una persona che si rivolge al servizio di salute mentale (possiamo definirlo ancora così?) per essere aiutata a superare la crisi, quel momento di estremo bisogno che richiederebbe luoghi e pratiche adeguati e altamente umanizzati, si trova “ospitata” in una cella! Certo, con la porta di ferro aperta, ma in una grigia cella!
Questo è inaccettabile, è assolutamente inaccettabile oltrechè vergognoso!
Sono certa che se fosse andato a fuoco il reparto di cardiologia a nessuno sarebbe venuta in mente una soluzione così folle!
Gisella Trincas Presidente ASARP