All’udienza del 28 febbraio ha assistito la dott.ssa Livia Bicego, dirigente infermieristica del Dipartimento di Salute Mentale dell’ASS1 di Trieste. Di formazione basagliana, si batte da anni contro ogni tipo di contenzione e dal 2006 è Presidente della «Commissione per il monitoraggio e l’eliminazione della contenzione fisica e farmacologica e delle cattive pratiche assistenziali, vecchie e nuove». Insegna al corso di laurea in infermieristica all’Università degli Studi di Trieste. Tra l’altro, è autrice di diversi volumi, tra i quali ricordiamo: Assistenza e diritti. Critica alla contenzione e alle cattive pratiche, con la presentazione di Margherita Hack, Editore Carocci, Roma, 2007; Contro la contenzione. Garantire sempre, a ogni cittadino, l’articolo 13 della Costituzione. Si può, si deve, Editore Maggioli, Rimini, 2011. Subito dopo l’udienza, nel corridoio del Tribunale di Vallo della Lucania, la dott.ssa Livia Bicego ha rilasciato una lunga intervista televisiva alle reti UNOTV di Sala Consilina e SET di Vallo della Lucania.
Il Comitato ha apprezzato particolarmente il suo gesto di vicinanza e di concreta e tangibile solidarietà, che l’ha portata ad affrontare un lungo viaggio per venire da Trieste fino a Vallo della Lucania e la ringrazia sentitamente.

Al Tribunale di Vallo della Lucania, nel pomeriggio, come fissato, continua il processo contro i sei medici e i dodici infermieri del reparto di psichiatria dell’ospedale San Luca di Vallo della Lucania, imputati per la contenzione di ottantatre ore, e per la morte del maestro elementare di Castelnuovo Cilento, Francesco Mastrogiovanni, avvenuta la notte del 4 agosto 2009 per edema polmonare in una stanza-cella dell’ospedale di Vallo della Lucania.
E’ prevista la deposizione di sette consulenti tecnici della difesa.

Dopo il consueto appello degli imputati e delle parti del presidente del Tribunale Dr.ssa Elisabetta Garzo, vengono chiamati a deporre insieme i consulenti Diana Galletta, medico psichiatra, e il professore Claudio Buccelli, ordinario di medicina legale, entrambi dell’Università Federico II di Napoli. Sono i due consulenti dell’imputata dott.ssa Anna Ruberto, che per la prima volta è presente all’udienza e si siede accanto al suo difensore, avv. Federico Conte. La dott.sa Ruberto ha lavorato nell’ospedale proprio la notte in cui Francesco Mastrogiovanni è morto. Quando il Presidente ordina agli altri consulenti di uscire dall’aula, l’avv. Giovine è dell’opinione che i consulenti possano e debbano assistere alla deposizione di Galletta e di Buccelli. Il P. M. e gli avvocati delle parti civili sono di parere diverso, facendo presente che nelle precedenti udienze nessun consulente ha assistito alla deposizione dei suoi colleghi, in quanto potrebbero avvantaggiarsi della loro deposizione. Il Presidente si ritira per decidere e, in base all’art. 501 del Codice di procedura penale, ordina l’uscita dei consulenti che non sono chiamati a deporre. Nel corso della loro deposizione i due consulenti difendono a spada tratta la loro assistita, facendo presente che è persona scrupolosa e attenta e che la notte della morte di Francesco Mastrogiovanni ha prestato servizio come medico di guardia e non come medico di reparto e che tra i due ruoli le differenze sono molte e che la sua presenza nell’ospedale era saltuaria e quella notte seguiva al turno fatto il 19 luglio 2009. Il pubblico non capisce queste differenze di lana caprina tra medico di reparto e medico di guardia. Inoltre quella fu una notte particolarmente agitata, perché arrivarono altri due pazienti e la dott.ssa fu particolarmente attenta ed entrò più volte anche nella stanza dov’era legato Mastrogiovanni, al quale sospese la somministrazione di un farmaco. A scusante della dott.ssa sostengono che non fu affatto informata dagli infermieri di particolari esigenze del paziente e pertanto lo lasciò tranquillamente legato. Insomma la scrupolosa dott.ssa non rivalutò all’inizio del suo turno se era necessario o meno continuare la contenzione. Visto che c’è è meglio continuarla, dovette dirsi. Il Presidente legge la cartella clinica e ne fa notare le contraddizioni, al che il prof. Buccelli afferma, contro ogni evidenza, che un farmaco è stato somministrato al paziente anche senza averlo annotato. Poi sostiene la morte improvvisa di un paziente in apparente stato di benessere e afferma: «E’ meglio non esaminare i dettagli della questione altrimenti non ci raccapezziamo più nulla!». E’ un’affermazione strana se a pronunziarla è un docente di Medicina legale che sostiene anche che non c’è nessuna relazione tra la contenzione e la morte e la dott. Galletta afferma che la contenzione è un «atto medico indispensabile».

I due consulenti non acconsentono a farsi riprendere dalle telecamere delle emittenti televisive SET di Vallo della Lucania e UNOTV di Sala Consilina, che seguono le udienze del processo in corso al Tribunale di Vallo della Lucania.

Il Prof. Paolo Albarello, ordinario di Medicina legale all’Università La Sapienza di Roma, acconsente alla riprese televisive. A difesa degli infermieri Minghetti e Scarano sostiene che i due sanitari che si avvalgono della sua consulenza hanno lavorato in turni lontano dalla morte di Mastrogiovanni, il primo di quarantatre ore e il secondo di diciannove ore e comunque gli infermieri non potevano né interrompere né confermare la contenzione. Quando l’avv. Bartolo De Vita, difensore dell’Asl, gli contesta che nella cartella gli infermieri non hanno trovato né l’ordine di scatenarlo né l’ordine di continuare la contenzione, il prof. Albarello riconosce che gli infermieri avrebbero dovuto chiedere ai medici di annotare la contenzione nella cartella clinica e a giustificare il mancato controllo notturno del paziente afferma che durante la notte non bisogna assolutamente disturbare il paziente. Se poi la contenzione disturba il sonno del paziente, questo il prof. Albarello non lo ha detto, ma è stata la Presidente del Tribunale, il giudice Dr.ssa Elisabetta Garzo a chiedergli come si fa a stabilire se un paziente sedato sa se dorme di notte o di giorno. Naturalmente se i pazienti non vanno disturbati di notte tanto vale chiudere tutti i reparti e magari mandarli a casa…

Il Prof. Paolo Albarello è stato consulente anche per il caso Cucchi e le sue osservazioni hanno suscitato – come apprendiamo da Radio Città Aperta di Roma in seguito ad una nostra ricerca su internet – polemica. Noi rileviamo che le sue affermazioni sul caso Cucchi sono in contrasto con quanto ha affermato nell’aula del Tribunale di Vallo della Lucania. Non crediamo che le opinioni scientifiche e legali possano essere modificate in base alla latitudine…

E’ stata un’udienza lunga ed è terminata verso le ore 19,30.

La prossima udienza è fissata per il 13 marzo e l’altra per il 27 marzo sempre alle ore 14. Nell’udienza del 13 marzo saranno sentiti gli altri quattro consulenti degli imputati e poi probabilmente si passa agli interrogatori degli imputati (sei medici e dodici infermieri).

Infine sull’udienza del 28 febbraio segnaliamo le riflessioni di Alessio Coppola, Presidente dell’Associazione Telefono Viola, costituitasi parte civile nel processo, presente all’udienza.

Il Comitato Verità e Giustizia per Francesco Mastrogiovanni

Giuseppe Galzerano, Vincenzo Serra, Giuseppe Tarallo,

Per ulteriori informazioni, si può telefonare a

Giuseppe Galzerano, 0974.62028

Vincenzo Serra, 0974.2662

Giuseppe Tarallo, 0974.964030

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