Il 31 luglio 2012, Luigi Benevelli, Giovanni Rossi assieme a Gigi Attenasio, che purtroppo è morto lo scorso aprile, firmarono un pubblicoappello nel quale esprimevano la loro preoccupazione per una possibile involuzione della esperienza non restrittiva dei servizi psichiatrici mantovani e si rivolsero “ai i manager delle Aziende, ai responsabili dei servizi a trovare luoghi, tempi e sedi per una discussione fra tutti gli operatori professionali del Dsm; ai pazienti, ai famigliari e alle loro associazioni a prendere posizione sulla qualità dei trattamenti e sui diritti dei pazienti; all’opinione pubblica per evitare che sia disperso il positivo valore collettivo costituito dall’esperienza storica della psichiatria di comunità mantovana”.
Tale appello fu ripreso dalla Gazzetta di Mantova del 1 agosto 2012. L’Azienda “Carlo Poma”, ritenendo diffamatorio il contenuto dell’appello presentò querela nei confronti dei dottori Attenasio, Benevelli e Rossi.
Nell’imminenza della udienza preliminare, fissata il primo luglio 2015, la controversia è stata definita con sentenza di non luogo a procedere, con l’accordo fra l’Azienda “Poma” e i sottoscrittori dell’appello che “la sede propria del dibattito sull’impiego o meno di modalità costrittive nella gestione delle situazioni a rischio del malato di mente non possa essere ridotta all’aula penale, quanto piuttosto riportata nell’ambito qualificato di un convegno di studi che riguardi i suoi aspetti etici, medici e giuridici”.
Per questo hanno rivolto all’Ordine degli Avvocati ed all’Ordine dei Medici, la proposta di organizzare il convegno “Lo psichiatra e il paziente in cura: competenza, appropriatezza e responsabilità. Profili psichiatrici e giuridici”.
La proposta è stata accolta ed il convegno si svolgerà presso l’aula magna dell’Università, via Scarselini 2, nella mattinata del 12 dicembre (ore 9,30).
Il convegno sarà aperto da Presidenti dei due ordini, dottor Marco Collini e avvocato Paolo Trombini.
Il tema della liceità giuridica e sanitaria di atti che portino alla limitazione della libertà personale verrà esaminato tanto sotto il profilo giuridico che quello psichiatrico.“I principi di riferimento in materia di diritti alla libertà personale, alla salute ed alla volontarietà delle cure restano fondamentalmente quelli enunciati negli articoli 13 e 32 della Carta Costituzionale;” e “l’orizzonte normativo – da ultimo delineato nel parere 23 aprile 2015 su “La contenzione: problemi bioetici” del Comitato Nazionale per la Bioetica – trova tuttora riferimento quanto a servizi e trattamenti sanitari della malattia mentale nella L. 13 maggio 1978 n. 180, che ha portato all’abrogazione della L. 14 febbraio 1904 n. 36, con la conseguente abrogazione tacita dell’art. 60 del R.D. 16 agosto 1909 n. 615 – avuta presente la riserva di legge imposta dalle norme costituzionali”.
Proprio al Prof. Stefano Canestrari, ordinario di diritto penale e componente del Consiglio Nazionale di Bioetica, è affidato il compito di introdurre il tema e coordinare la discussione tra gli altri relatori.
Il punto di vista di chi opera nel campo dei servizi per la salute mentale sarà proposto da:
- Stefano Ferracuti, professore associato di Psicologia Clinica presso la Università La Sapienza di Roma;
- Vito D’Anza, direttore del DSM di Pistoia e portavoce del Forum nazionale Salute Mentale
- Serafino De Giorgi, direttore del DSM della ASL di Lecce
- Angelo Fioritti, direttore sanitario della AUSL di Bologna, e già direttore del DSM della sressa AUSL
il punto di vista giuridico sarà proposto da
- Giandomenico Dodaro, ricercatore di diritto penale alla Università di Milano-Bicocca
- Luigi Cornacchia, professore associato di diritto penale alla Università del Salento.
il Convegno è accreditato per gli avvocati, e rivolto ai medici ed agli operatori sociali e sanitari. E’ aperto alla partecipazione della cittadinanza, in particolare a quanti siano portatori di interessi specifici nel campo della tutela della salute mentale.