di Francesca de Carolis
giornalista, da tempo si occupa di detenzioni e costrizioni
“Vedo la Terra. È blu”.
Così, sessantuno anni fa Yuri Gagarin, in un giorno d’aprile, dall’oblò della sua navetta spaziale, ha spalancato gli occhi, e li ha fatti spalancare anche a noi, sul colore della Terra. E chissà fino ad allora di che colore l’avevamo immaginata. Io non ricordo. Certo, quella frase del primo astronauta l’ha certificato per tutti.
La Terra dunque è blu, quasi a volerla riportare a quel blu che è colore della calma, della tranquillità, dell’armonia che tutto abbraccia. Come a un punto fermo, nel turbine universale delle cose, che tante volte ci stordisce e ci confonde.
Una Terra blu, calma e accogliente per tutti, ma proprio tutti, come immagino l’abbia pensata l’eventuale Dio, che da sempre di quel colore l’ha vista. E chissà se è lo stesso Dio che Gianna (Gianna Schiavetti, più di trenta ricoveri coatti e terapie farmacologiche che non ha mai accettato) invocava… “caro Dio carissimo, ma ci sei? Esisti o sei un’illusione?”. E … “ho dato un ultimatum al Padreterno chiedendo di aiutare gli ammalati psichici che non possono usare il proprio libero arbitrio…”
Quel Dio a Gianna credo non abbia mai risposto. Ma la Terra rimane ancora la speranza dell’accoglienza di quel blu. Anche quando ha il sapore dell’impossibile.
Anche se credo sarebbe piaciuto molto a Gianna, che ora non c’è più, sapere piuttosto che “la Terra è blu come un’arancia”.
Sì, la Terra è blu come un’arancia. Lo sancì nella prima metà del secolo scorso Paul Eluard, poeta surrealista, nel solco della rottura delle convenzioni semantiche del codice linguistico. In un articolo di Walter Siti leggo che la chiave di lettura di quel verso così spiazzante è in un nome di donna, Gala, che Eluard amò infinitamente. Ne amò “i capelli d’arance nel vuoto del mondo”, la amò come “una stella chiamata azzurro e la cui forma è terrestre”. Ed ecco qui svelato il mistero, spiega Siti: “la Terra è blu come un’arancia perché Gala è così, gli occhi blu e i capelli d’arance, e una bocca capace di ‘attestare l’impossibile’”.
E il cerchio si chiude. Sul quell’ “impossibile” che Basaglia ha dimostrato poter diventare possibile, che è cosa in cui ancora ci ostiniamo a credere. Come nella visione di questa Terra blu. Blu come un’arancia.
Ah!, il 12 aprile, lo ha stabilito l’Unesco, è giornata internazionale del volo dell’uomo nello spazio. E un augurio all’avventura di questo Forum, che quest’anno, in un giorno d’aprile, riprende il volo…