di Anna Sgueglia.

È stata chiusa per gravi irregolarità, la farmacia dell’ospedale psichiatrico giudiziario di Aversa. Ad annunciare il provvedimento eseguito dai Nas della Commissione d’inchiesta sul servizio sanitario nazionale, il presidente della commissione, Ignazio Marino. «L’iniziativa di polizia giudiziaria – ha spiegato il senatore – è stata avviata per l’individuazione e il rischio del protrarsi di alcuni reati, segnatamente l’esercizio abusivo della professione medica e la detenzione e l’erogazione illegali di stupefacenti. Nell’opg di Aversa, la prescrizione di metadone non avviene sotto controllo medico: gli appositi moduli per la somministrazione di stupefacenti non recano infatti, come la legge prevede, la firma di un medico». Il provvedimento è stato preso al termine del sopralluogo effettuato ieri a sorpresa nella struttura casertana, nell’ambito dell’inchiesta sulla salute mentale. Da tempo il «Saporito» è sotto la lente di ingrandimento della commissione di inchiesta guidata da Marino che già nel luglio scorso aveva evidenziato le pessime condizioni igienico-sanitarie dei suoi padiglioni e riscontrato violazioni in merito ai farmaci richiesti e alle cure mediche, negate in alcuni casi. «È sconvolgente – ha dichiarato infatti Marino – la pervicacia dell’inosservanza delle norme, anche rispetto ai sopralluoghi avvenuti in precedenza». A firmare le prescrizioni mediche per i 296 internati dell’Opg Saporito, un farmacista che però è presente all’interno della struttura, come da contratto, una o due volte la settimana. I problemi nascerebbero proprio per l’impossibilità di avere una presenza fissa in Opg in cui i reclusi hanno continue esigenze di farmaci. La crisi della sanità campana fa sentire la sua longa manus anche all’interno del carcere-ospedale che deve fare già i conti con le difficoltà di gestione della sicurezza, con la riduzione del numero di agenti. «Abbiamo fatto richiesta per avere un farmacista tutti i giorni, considerate la particolare utenza del Saporito – spiega il direttore sanitario della struttura, Adolfo Ferraro – ma non ci è stata concessa che la presenza di un farmacista limitata nel tempo. Per il resto il dottore è coadiuvato da una infermiera nella distribuzione dei farmaci, mentre a me spetta il controllo della quantità di metadone somministrato ogni mese, non sono io che posso firmare le prescrizioni». Secondo il direttore sanitario, parlare di esercizio abusivo della professione medica «è eccessivo» e il sequestro della farmacia diventa per Ferraro l’occasione per rilanciare il «je accuse sulla necessità di un intervento maggiore dell’Asl all’interno del carcere-ospedale. «Il problema di fondo è quello della definizione sanitaria dell’Opg – sostiene lo psichiatra – dove senza un’equipe medica non si può andare avanti». L’unico medico di ruolo in servizio presso il Saporito è proprio Ferraro a cui si aggiungono, come consulenti, 7 psichiatri e 5 medici di base che svolgono attività diverse ore al mese, con la conseguenza che l’assistenza sanitaria per i detenuti risulta parziale. Del sequestro è stato informato il magistrato di turno della procura di Santa Maria Capua Vetere, Maurizio Giordano

(da Il Mattino di Napoli)

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