Non si uccidono così anche i cavalli
sulla VII assemblea
Contro l’abbandono, la marginalizzazione, l’esclusione, il razzismo. Contro la svendita ai privati del Servizio Sanitario Nazionale e per la ricostruzione di una rete territoriale che rimetta al centro l’individuo con tutti i suoi bisogni. Per rimettersi in cammino, sostenuti dal pensiero, negli ultimi anni messo in ombra ma che non ha mai perso la sua forza e oggi quanto mai necessario, che ha fatto dell’Italia il primo paese al mondo che ha abolito gli ospedali psichiatrici.
Così, alla vigilia dell’appuntamento elettorale, la VII Assemblea del Forum della Salute Mentale esprime la sua netta determinazione a schierarsi.
Esprime la sua insoddisfazione nella lettura dei programmi elettorali che poco o nullo spazio riservano al problema della salute mentale, preferendo, piuttosto che affrontare problemi complessi, lanciare messaggi che possano attrarre. Certo, quello della salute mentale è fra gli argomenti che non sembrano “attirare”, respingenti piuttosto. Eppure, si tratta di una questione cruciale che riguarda la vita di milioni di cittadini, e coinvolge scienza medica, vita civile, controllo politico sociale e civiltà giuridica.
Ma non possiamo non sperare in un cambio radicale e auspichiamo che ci sia, ritrovando, la politica, la forza e la volontà di portare a sistema il meglio delle attività fino ad oggi condotte in Italia e nel mondo, e che pur eccellenti risultati hanno dato.
E chiediamo di interloquire, come portatori di un pensiero che ha fatto una delle riforme riconosciute, nel mondo, fra le più importanti dell’ultimo mezzo secolo.
Oggi la legge 180 sembra persa per strada, frantumata, ma ancora pulsa.
Nel territorio dove è nata e dove ha sviluppato una pratica radicata in un sistema di relazioni giocate intorno alla persona (che non è più solo malattia), e che avremmo voluto vedere trasferita in tutta la penisola, sono bastati tre anni di un’amministrazione a guida di destra per distruggere tutto quello che era stato costruito e che ha pur ben funzionato, in termini di accoglimento, territorialità della cura, comunità, vicinanza, equità, libertà, sicurezza. Con Trieste cade l’ultimo baluardo, Trieste ancora una volta laboratorio, ma in direzione tristemente opposta a quanto costruito dagli anni Settanta a oggi. E vediamo l’uniformarsi nel senso peggiore che possiamo immaginare, quanto la regionalizzazione spinta dovuta dalla riforma del titolo V della Costituzione ha in maniera così evidente scomposto.
Il nostro è un appello ai partiti, alle forze che pur percependo, vedendo il problema, attraversano un momento di sostanziale indifferenza, spostando lo sguardo su altro. Perché il servizio pubblico interessa così poco? Certo il territorio non produce denaro, la salute mentale finché resta un servizio pubblico ancora nelle mani dei privati, come tutta la salute diventa un affare d’oro. Ma sappiamo che sul territorio ci sono forze disponibili a ricostruire reti territoriali. Amministratori che chiedono, anche loro, confronto e interlocuzione, e se denunciamo una psichiatria che, tornata nel chiuso degli ospedali, si è richiusa su se stessa, pensiamo che siamo ancora in tempo per invertire la rotta e ricostruire i servizi di oggi ricordando quanto fatto in passato.
Un episodio, che può sembrare marginale, ma non lo è.
Ricorderete Marco Cavallo, il grande cavallo azzurro di legno e cartapesta che nel 1973 a Trieste ruppe i muri del manicomio di San Giovanni e da allora la storia vivente della battaglia contro tutte le contenzioni… Da un po’ d’anni, quando non è in giro a ribadire il suo no allo stigma e all’esclusione, sverna in uno spazio che era stato messo a disposizione dall’amministrazione di Muggia, a due passi da Trieste. Ebbene, in questi giorni, ha ricevuto “avviso di sfratto” dal sindaco leghista. Sembra che l’amministrazione della cittadina necessiti di spazio. Di quello spazio. Considera Marco Cavallo un ingombro.
Brutto gesto, brutto segnale. Segno amaro dei tempi.
Ma noi, che siamo dalla parte di Marco Cavallo, sappiamo che il nostro gigante di cartapesta, che in tanti viaggi, fisici e simbolici, ci ha accompagnato, troverà nuova ospitalità. Questo paese non può permettere che si perda il risultato dello straordinario esperimento che ha trasformato l’assistenza psichiatrica “ricollegando l’esistenza delle persone ai mondi quotidiani”.
Peppe Dell’Acqua
per il Forum Salute mentale
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