Secondo lo psichiatra americano Frances ci sono troppe diagnosi. Che nascondono interessi ben precisi.
MILANO – La semplice tristezza e l’astinenza da caffeina stanno per diventare malattie mentali. Allen Frances, psichiatra americano, già capo della Commissione che ha redatto il manuale dei disturbi mentali (Dsm-IV) utilizzato dagli psichiatri di tutto il mondo, lancia un allarme al WeFree Day della Comunità di San Patrignano: «Con l’introduzione di nuove ‘sindromi’ nella prossima edizione del Dsm, quasi tutta la popolazione potrebbe essere diagnosticata di malattia psichica». In effetti, la prossima edizione del manuale, il Dsm-V, in uscita nel 2013, potrebbe far diagnosticare come malati mentali milioni di persone sane, affette da normalissimi problemi di tristezza o sofferenza. Frances è intervenuto durante il Forum su ‘Pharmageddon’ che si è tenuto nella comunità di San Patrignano durante la quarta edizione del WeFree day. Lo psichiatra americano è entrato nel merito: «Un sistema diagnostico è importante per stabilire i confini tra malattia e normalità e determinare chi ha effettivamente necessità della somministrazione di farmaci, il problema è che negli ultimi anni abbiamo assistito a una vera e propria inflazione diagnostica, la cui responsabilità ricade sia sui medici sia sulle case farmaceutiche».
I DATI – Un mondo di pazzi sarebbe un bel mercato. I dati forniti in merito sono in effetti impressionanti: «Già oggi, ogni anno, il 25% della popolazione statunitense, circa 45 milioni di persone, si vede diagnosticare un disordine mentale, eventualità che accade alla metà della popolazione entro l’età di 82 anni. Nel Dsm-IV abbiamo cercato di essere più cauti possibile ma non abbiamo comunque evitato l’aumento delle patologie classificate a 357 e la conseguente tendenza per la quale le diagnosi di disordini bipolari sono aumentate del 40% rispetto a quanto avveniva con il Dsm-III, quelle di autismo sono cresciute del 25%, quelle di Adhd, la sindrome da iperattività e deficit di attenzione dei bambini, sono raddoppiati».
LA DENUNCIA- Ed ecco la denuncia di Frances: «Ormai i produttori di droghe legali sono più responsabili delle dipendenze dei produttori di droghe illegali. Il problema non è nella malafede dei membri della Commissione del Dsm ma nella loro appartenenza all’élite del settore psichiatrico. Non si rendono conto che le loro indicazioni, in mano a medici frettolosi, e non sempre competenti, con la pressione pubblicitaria delle industrie farmaceutiche, possono indurre gravi abusi. Gli antipsicotici negli Stati Uniti sono i farmaci più venduti, con un giro d’affari di 50 miliardi di dollari all’anno, il 5% del totale. Le nostre attuali conoscenze fra l’altro non ci permettono la prescrizione preventiva degli psicofarmaci».
I RISCHI – Tutti rischi che con il Dsm-V potrebbero aumentare a dismisura. L’introduzione di nuovi disagi psichiatrici potrebbe portare a includervi tutta la popolazione. Sotto la sola categoria di ansia mista e depressione, in Italia vi sarebbero almeno 3 milioni di potenziali pazienti. Persino un dolore da lutto, quindi del tutto normale, potrebbe essere diagnosticato come depressione. Tra le ‘patologie’ delle quali si ipotizza l’inserimento nel manuale, l’astinenza da caffeina. Inoltre, viene sottovalutata l’ampia e grave gamma degli effetti collaterali delle prescrizioni di psicofarmaci. Spiega Frances: «Dall’aumento dell’obesità nella popolazione giovanile già ad alto rischio di sovrappeso (un aumento anche di un chilo a settimana), alla dipendenza. Ben trecento militari americani sono morti per avere assunto farmaci loro prescritti. Per questo è importante che i medici non eseguano le diagnosi troppo in fretta e che valorizzino le terapie relazionali rispetto a quelle farmacologiche».
Mario Pappagallo
(da Corriere della Sera.it)