Aboliti i turni notturni e festivi nei 10 centri di salute mentale dell´Asl Napoli 1. L’emergenza psichiatrica sarà gestita da unità dedicate del 118, formate da specialisti e infermieri. Proteste dei sindacati. E si spacca il fronte degli psichiatri. «È un atto dovuto. Ci adeguiamo già nelle prossime ore a quanto avviene in tutta Italia, recuperando risorse per il servizio diurno», spiega il commissario dell´Asl 1 Maurizio Scoppa. Due milioni di euro. A tanto ammontano le spese di straordinario sborsate ogni anno per pagare il personale impegnato di notte e nei festivi: quando il numero di interventi è pari a 1,25 pazienti al mese. «Un paradosso» riportato anche nel piano sanitario regionale 2011-2013. «Giusto avvalersi del 118 – dichiara Antonio Mancini, presidente della “Associazione Sergio Piro” – ma è frettoloso il giudizio sui centri di salute mentale: gli infermieri non somministrano solo farmaci, ma sono vicini ai pazienti e alle famiglie. Andrebbe ridotto il personale nelle ore centrali della notte. Ma lasciare il trattamento solo al 118 spinge verso il ricovero ospedaliero». Di diverso avviso Nicola Ponsillo dell´associazione AipsiMed: «Ci vuole il 118, perché noi psichiatri di salute mentale non siamo abilitati all´urgenza. Una volta fui chiamato per un paziente che minacciava di uccidere la moglie, ma scoprii che era andato fuori di testa per un attacco ipoglicemico». «Affidare le emergenze psichiatriche notturne e festive al 118 – attacca Salvatore Sannino della Cgil – è sbagliato sia sul versante economico, perché provocherebbe un aumento dei ricoveri ospedalieri, sia da un punto di vista assistenziale, perché verrebbe meno la continuità dei servizi territoriali. È come ritornare indietro di trent´anni. Siamo disponibili ad un tavolo di confronto con l´Asl, ma pronti a tutelare con ogni azione possibile il personale e i pazienti psichiatrici».
(ALESSIO GEMMA, La Repubblica, 07/04/12)