[articolo uscito su unionesarda.it]
Per la Procura di Sassari la morte di Paolo Agri, legato nel letto del reparto di Psichiatria del Santissima Annunziata, è avvenuta per cause naturali. Un evento imprevedibile che non necessita di ulteriori approfondimenti. L’inchiesta su eventuali responsabilità dei sanitari è quindi da archiviare. Per la famiglia del 30enne sassarese, deceduto il 3 settembre del 2018 pochi giorni dopo il trasferimento in ospedale con un trattamento sanitario obbligatorio chiesto dal Centro di riabilitazione Santa Sabina di Pattada, la vicenda deve invece essere ancora chiarita. In particolare per quanto riguarda l’uso della cosiddetta contenzione meccanica, dei pazienti psichiatrici.
In Procura
Paolo Agri sarebbe rimasto legato a mani e piedi al letto, in posizione supina, per più di 16 ore. Un fatto che può aver causato problemi respiratori di tale gravità da portare al decesso. Nei giorni scorsi a Sassari si è svolta un’udienza: da una parte la Procura e dall’altra la famiglia, rappresentata dalle avvocate Maria Teresa Spanu, Anna Ganadu e Antonella Calcaterra. Quest’ultima, milanese, ha già seguito procedimenti simili. Ada Agri, la madre di Paolo, due giorni dopo la morte del figlio aveva presentato un esposto alla Procura e il sostituto procuratore Paolo Piras, aperto un fascicolo, aveva disposto l’autopsia. Per il perito della Procura, il medico legale Franco Lubinu, si era trattato però di «morte cardiaca improvvisa». Così, in brevissimo tempo era stata chiesta l’archiviazione dell’inchiesta. La famiglia ha deciso di opporsi.
Nella memoria difensiva consegnata al Gip c’è una nuova perizia del medico legale Paolo Gasco. Secondo quest’ultimo l’esame necroscopico non ha evidenziato segnali certi riferibili a una causa cardiaca della morte, ma ha evidenziato segni evidenti di problemi polmonari. E la lunga contenzione a letto in posizione supina sarebbe stata il fattore principale che ha determinato l’insufficienza respiratoria a quindi l’arresto cardiaco. Non solo: viene respinta la considerazione della Procura secondo cui la contenzione del paziente era giustificata dalla straordinarietà della situazione.
La Cassazione
Nell’atto di opposizione alla chiusura indagini viene citata una sentenza del 2018 della Corte di Cassazione, relativa alla morte in condizioni simili dell’insegnante elementare Franco Mastrogiovanni. La Corte ha stabilito che la contenzione meccanica non è un atto medico perché non ha l’effetto di migliorare le condizioni di salute del paziente. Serve solo a tutelare il paziente e le persone che sono a contatto con lui. Ma in questo caso, per l’avvocata Antonella Calcaterra, non ci sarebbero state le condizioni.
Secondo le testimonianze e il diario clinico Paolo Agri sarebbe rimasto legato dalle 10.30 del mattino fino alle 4.45 del giorno dopo, ora della morte. E alle 17.30, slegato per mezz’ora, non avrebbe dato segnali preoccupanti, tanto che alle 22 non si è resa necessaria la terapia farmacologica. Il Gip Antonello Spanu ha ascoltato le ragioni della famiglia e si è riservato di decidere.
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