Ieri l’altro mi è capitato di avere tra le mani un giornale di Salerno e di vedere un pezzo su pazzi criminali, strutture e paure. Devo leggerlo e commentarlo con gli amici del forum che sono così impegnati sul fronte degli opg, mi sono detto.
L’articolo:
Secondo il Direttore del dipartimento è a rischio la sicurezza nel rione. La UIL propone come alternativa il Sert o l’ex sede di Soccorso Amico.
[….] “E’ a rischio la sicurezza del quartiere”. Antonio Zarrillo, direttore del Dipartimento di salute mentale dell’ASL di Salerno, critica fortemente la decisione dell’azienda di ospitare i detenuti degli ospedali psichiatri giudiziari di tutta la provincia, nella struttura di via Martin Luther King a Mariconda. Alcuni giorni fa il sindaco di Salerno, Vincenzo De Luca, si era già scagliato contro la decisione dell’ASL definendola “grave ed inaccettabile”.
“Nella struttura, se il provvedimento diventerà effettivo, arriverebbero numerosi criminali da tutta la provincia che, pur di sfuggire al regime detentivo, si faranno rinchiudere negli ospedali psichiatrici. Nel quartiere non ci sarebbe più sicurezza.”
“Operatori e pazienti – continua Zarrillo – avrebbero una convivenza difficile con soggetti socialmente pericolosi” […..], “A Mariconda non ci sarebbe più tranquillità. Eppure – continua – la legge che prevede la chiusura dal 2013 degli Opg, farebbe risparmiare allo stato tantissimi fondi che potrebbero essere reinvestiti per la costruzione di nuove strutture ad hoc”.
Oppure per ristrutturare quelle già esistenti. E in città, sia l’Asl che l’azienda ospedaliera ne hanno a disposizione alcune, quasi totalmente dismesse. A sottolineare questo aspetto è Antonio Malangone della segreteria provinciale Uil Fpl: “Portare a Mariconda tutti i detenuti degli Opg della provincia – attacca – è una scelta gravissima. Si potrebbero, invece, ristrutturare o rimettere in funzione strutture già esistenti,,”. Malangone ne cita due su tutte: la prima è l’ex ospedale di Torre Angellara, dove ha sede il Sert, vicino all’Arechi.. Lì potrebbero essere accolti detenuti e tossicodipendenti….
(Mattia Carpinelli da La Città di Salerno del 2 febbraio 2012)
Che il sistema dei servizi di salute mentale in tutte le Regioni sia oggetto di dissennate attenzioni riorganizzative e quotidiane regressioni sul piano delle pratiche è cosa nota.
Che le psichiatrie delle certezze e delle pericolosità siano tornate stupide e prepotenti a tenere il campo è cosa altrettanto nota.
Che la Società Italiana di Psichiatria continui a riprodurre tutto questo al traino delle aziende psicofarmaceutiche è del tutto evidente e dovrebbe essere oggetto di una presa di coscienza da parte dei quasi 5.000 psichiatri italiani, costretti inconsapevolmente e talvolta complici in questi miseri modelli operativi.
Che gli psichiatri, educati in questa cultura ma meglio potrei dire tenuti lontani da ogni cultura, si trovino a gestire soprattutto in difesa la loro presenza in questi servizi, è cosa nota e dolorosa.
Ma che un Direttore di Dipartimento, come leggiamo nell’articolo, senza un benché minimo barlume di riflessione sul suo ruolo e funzione nel campo della salute mentale comunitaria si accalori a fomentare la paura per i “pazzi pericolosi” nel quartiere dove dovrebbe promuovere la salute mentale, dove i cittadini dovrebbero essere coinvolti a far propria la lotta allo stigma e al pregiudizio nei confronti delle persone con disturbo mentale, è davvero ritrovarsi in un mondo capovolto!
Questo psichiatra che dirige un servizio pubblico, interviene su una delle prime ipotesi di strutture da attivare a Salerno in attuazione del ddl per il superamento de gli OPG e non trova nient’altro di meglio da dire (pare insieme al sindaco che come tutti sanno ha dato tante volte buona prova del suo operare in altri campi) che le persone provenienti dall’opg di Aversa renderanno insicuro il rione. Arriveranno i pazzi criminali. Si dovrà convivere con soggetti socialmente pericolosi. Per altro il nome della strada dove le persone dovrebbero essere ospitate avrebbe preteso almeno una piccolissima pausa di riflessione.
La Uil, il sindacato, solerte e giudizioso propone una nuova “struttura”, ad hoc naturalmente(!), fuori dalla città, in luoghi ben distanti dove potrebbero essere accolti detenuti, pazzi criminali e tossicodipendenti.
E vai!
PS.
Non sono un sostenitore delle strutture, né nuove né vecchie.
E dunque, in una certa misura, condivido il commento del sindaco. Per quel che mi è dato di sapere.
Tuttavia, da un sindaco come lui, mi aspetterei un’attenzione maggiore, un approfondimento e una presenza più significativa nel determinare le sorti, ahimà molto poco rassicuranti, della salute mentale in Campania e a Salerno in particolare.
1 Comment
CI VUOLE UN RITMO, UNA PAUSA, UN PASSO, UN’ALTRA PAUSA.
Una nuova musica.
INIZIA CON UNA PAUSA: “non fuggire”, mettersi in ascolto, accogliere in un colpo solo sofferente, curante e chiunque debba e possa dare risposte.
CONTINUA CON UN PASSO, “un agire condiviso”
POI UN’ALTRA PAUSA per guardarsi, farsi qualche complimento, scondinzolare un po’, provare la gioia di avere fatto un passo insieme.
E COSI’ VIA sul ritmo di una nuova musica.
Oggi sono contenta. E’ una data storica, è stata votata e finanziata la legge per la chiusura degli OPG. Inizia un’altra musica, che continuo ad ascoltare, a dire, per rispetto a me stessa, al mio vissuto memore.
I volti dei poveri, i corpi poco tonici delle persone internate,i denti quasi mai in ordine…non sono belli. Gli sguardi sono emozionati, sorpresi, li vediamo in TV quando la Commissione Parlamentare presieduta da Ignazio Marino apre questi luoghi.
Ma il rischio di lasciare tutto agli esperti è sempre forte, anche gli esperti hanno bisogno di “sentire un’altra musica”, di vicinanza, di civiltà. Ho sempre pensato di sapere poco, non abbastanza, ho dato per scontato di dire cose piccole, poi mi accorgo che devo spendere molte parole per farmi capire e non basta ancora quando manca l’esperienza di dolori speciali.
C’è sempre il rischio di scivolare nell’inciviltà con persone perse nel caligo (=nebbia)di piccole miserie, di paure mascherate da parole vestite di scienza. Poche le persone che accettano di mettersi in ascolto, di comprendere, anche nei luoghi di cura e anche sindacali che dovrebbero essere entrambi sociali per eccellenza. Che fare? come non farsi impressionare da tutte queste maschere?
La scommessa è troppo grande, c’è il rischio del ritorno alle mura che anche quando le abbattiamo siamo pronti ad erigerle attorno ai bisogni delle persone: o mura o abbandono. I bisogni “per chi li vede”, gridano, chiedono, e le persone smettono di avere speranza che è ancora peggio.
Ma sono da vedere anche i guizzi di vita, di bellezza, di ironia, di desiderio, di umanità che in ogni condizione di vita traspare, si lascia guardare. Bisogni e guizzi mi risuonano dentro con un desiderio insopprimibile di armonia che mi fa agire ancora, restare, guardare senza paura, parlare ancora, pensare che posso essere vicina anch’io.
Grazie a Peppe e a tutti quelli che ascoltano la musica del vivere.
http://www.youtube.com/watch?v=Mh9-TzYeC2E
L’amore fa l’acqua buona
fa passare la malinconia
crescere i capelli l’amore fa
l’amore accarezza i figli
l’amore parla con i vecchi
qualcuno vuole bene ai piu’ lontani
anche per telefono
l’amore fa guerra agli idioti
agli arroganti pericolosi
fa bellissima la stanchezza
avvicina la fortuna quando puo’
fa buona la cucina
l’amore e’ una puttana
che onora la bellezza
di un bacio per regalo
cose che fanno ridere
l’amore fa
cose che fanno piangere
l’amore fa begli gli uomini
sagge le donne
l’amore fa
cantare le allodole
dolce la pioggia d’autunno
e vi dico che fa viaggiare, si’
illumina le strade
fa grandi le occasioni
di credere e di imparare
cose che fanno ridere
l’amore fa
cose che fanno piangere
fa crescere i gerani e le rose
aprire i balconi
l’amore fa
confondere le citta’
ma riconoscere i padroni
l’amore lo fa
aprire bene gli occhi
amare piu’ se stessi
l’amore fa bene alla gente
comprendere il perdono
l’amore fa.