“Malati legati ai letti”: Telefono Viola accusa l’ospedale Niguarda.
Sette persone sono morte all’interno dei tre reparti psichiatrici dell’ospedale Niguarda di Milano dal 2008 a oggi. Fra questi, due si sono tolti la vita e i loro corpi non sono transitati per la camera mortuaria dell’ospedale. E’ la denuncia dell’associazione Telefono Viola di Milano che ha presentato un esposto presso la procura della Repubblica del Tribunale di Milano. Con questo documento va a integrare i fatti già contenuti in un esposto del dicembre 2010. “Si è innescata una escalation dei decessi: in reparti ospedalieri dove non si può e non si deve morire, si è passati dagli zero decessi del 2006, ai quattro del 2010. Fino a due morti in poco più di due mesi nel 2011 – commenta Giorgio Pompa di Telefono Viola -. Chiediamo al direttore generale dell’ospedale Niguarda, all’assessore regionale alla Sanità, al governatore Formigoni il commissariamento urgente della direzione del Dsm e dei tre Grossoni”.
Secondo quanto contenuto nei documenti presentati in procura questa mattina, due persone si sono tolte la vita all’interno dei reparti “Grossoni”. Il primo caso si è verificato il 5 aprile 2010, un uomo di 30 anni, originario dello Sri Lanka, si è impiccato all’interno della struttura. “Nel portale dei reparti non esiste nessuna documentazione relativa a questo ricovero -si legge nell’esposto-. Inoltre la salma del suicida non è mai passata nella camera mortuaria”. Un fatto insolito dal momento che i corpi di tutte le persone morte all’interno dell’ospedale transitano per la camera mortuaria accompagnati da un documento ufficiale, la cosiddetta “Colombella”, compilato al momento del decesso.
Il secondo suicidio, invece, è avvenuto lo scorso 10 marzo: Orlando A., 29 anni, si è impiccato nel bagno del reparto utilizzando i lacci delle scarpe che gli erano state lasciate sotto il letto. Era entrato al “Grossoni 2” dal 6 marzo dopo un tentativo di suicidio. Anche in questo caso la salma del giovane non è transitata per la camera mortuaria del Niguarda (come conferma un addetto della stessa camera mortuaria). La famiglia di Orlando A. è intenzionata a presentare denuncia contro il “Grossoni 2” per negligenza per non avere impedito il suicidio del suo congiunto.
Ma anche gli altri decessi segnalati da Telefono Viola sollevano diversi interrogativi. E’ il caso, ad esempio, di Dario G, morto nella notte del 2 gennaio 2009. Era stato ricoverato il 1° gennaio 2009 al “Grossoni 2” per insufficienza respiratoria acuta e dispnea (ed era già stato curato in quel reparto per gli stessi problemi respiratori). “Perché manca la documentazione relativa all’ultimo ricovero, conclusosi con il decesso? -chiedono dall’associazione Telefono Viola – E perché Dario, quando ha cominciato a sentire che gli mancava il respiro non ha cercato di alzarsi per recarsi al locale infermieri? Era forse contenuto fisicamente?”.
(da Affaritaliani.it)