Oggi tocca a me; so come si fa, ho confidenza con questa pratica antica e democratica, che mi consente di espellere un po’ di tossine e di stare più in contatto con me stesso e col prossimo.
Qualche giorno fa ho visto al cinema “La vergine giurata”, il bellissimo film di Laura Bispuri, la storia di una giovane donna che per anni comprime il suo corpo con bende, negando la sua identità, per poi intraprendere un viaggio verso la vita nuova, imparando un’altra lingua, che diventa sua, ed aprendosi all’altro, senza rinnegare se stessa.
Nel film la macchina da presa segue gli attori standogli addosso, spesso di spalle, e con angolature sghembe riprende immagini storte, corpi decadenti e sciupati, ma di primitiva bellezza; quando le luci della sala si sono accese, e il film è finito, ho provato un senso di gioia, aria nei polmoni, ed ho pensato a quanto sia prezioso andare incontro alla vita.
Così, adesso, penso con infinita gratitudine a tutti coloro i quali hanno condiviso questo pezzo di strada, facendo in modo che finalmente, dopo decenni, ogni persona imprigionata da stereotipi, prima ancora che da leggi e catene, possa essere semplicemente se stessa, un volto e un nome, e non la sua malattia.
Penso ai giorni in cui, con altri indimenticabili compagni, abbiamo scritto e sostenuto le ragioni della L.n.81, anche subendo critiche feroci, o malcelati biasimi, e so che questa è una delle cose più preziose mai fatte in questo Paese.
Per questo, oggi, penso a tutti Voi, sapendo che abbiamo ancora tanto da fare, ma con un po’ di fiducia in più.