Marco Cavallo, benchè il suo viaggio abbia prodotto un dinamismo mai visto prima, è molto preoccupato: i nuovi ingressi continuano, tanto da vanificare il considerevole aumento delle dimissioni. È un segno che dice dell’inadeguatezza delle organizzazioni dei servizi, della persistenza di culture psichiatriche ancora legate acriticamente alle figure dell’incapacità e della pericolosità, al pervasivo richiamo alla posizione di garanzia che sta drammaticamente riducendo la capacità e la cultura dell’accoglienza in molti operatori della salute mentale, al rifiuto
incomprensibile e inaudito di tanti servizi che ritengono di non avere competenza per le persone che esprimono istanze difficili da decifrare, rifiuto e comportamenti che richiederebbero più attente capacità relazionali. Quanto sta accadendo in alcuni servizi, in particolare della Lombardia, ma non solo, è il segno più allarmante di questo declino. Alcuni magistrati di sorveglianza e giudici di merito fanno fatica a riconoscere la legge 81. Appare sempre più necessario la costruzione di coordinamenti regionali tra tribunali, servizi sociali, aziende sanitarie e dipartimenti di salute mentale. Quanto mai utile l’incontro di Firenze.