di Stefano Cecconi e Maria Grazia Giannichedda.
Si è svolto il 23 dicembre 2013 l’incontro tra la Ministra della Giustizia Annamaria Cancellieri e una delegazione del comitato nazionale StopOPG (Denise Amerini, Stefano Cecconi, Girolamo di Gilio, Maria Grazia Giannichedda, Alessio Scandurra; con Antonella Calcaterra e Alessandro De Federici, entrambi dell’Osservatorio Carceri Unione Camere Penali Italiane). Hanno partecipato all’incontro dirigenti collaborat-rici/ori della Ministra e del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (DAP).
In apertura, la Ministra si è complimentata per il “grande lavoro” (così lo ha definito) fatto da StopOPG e per il Viaggio con Marco Cavallo, e ha ribadito che il Ministero della Giustizia, avendo nella sua responsabilità la condizione delle persone private di libertà o sottoposte a misure restrittive, è anche responsabile della tutela della loro salute, che è affidata, come per tutti, alle strutture del servizio sanitario nazionale. Di qui l’attenzione e l’impegno del Ministero sulle problematiche relative sia alla salute mentale della popolazione carceraria che al superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari.
Questi, in sintesi, i passaggi dell’incontro.
- Anche al Ministro della Giustizia abbiamo ribadito innanzi tutto che StopOPG nasce per abolire l’ospedale psichiatrico giudiziario, il che è ben diverso dalla semplice chiusura dei sei attuali istituti e impone, come è chiaro, una modifica del codice penale in tema di imputabilità e di misura di sicurezza. Ma oggi è già possibile, grazie alle numerose sentenze della Corte Costituzionale, ridurre fortemente il ricorso alla misura di sicurezza e lo scandalo delle proroghe infinite, a condizione che le Regioni, e in particolare i Dipartimenti di salute mentale, lavorino di concerto con la magistratura utilizzando le possibilità offerte da quelle sentenze e sperimentate in diverse sedi. Per questo il viaggio recente di Marco Cavallo aveva tra i temi centrali l’apertura di servizi di salute mentale 24h, insieme alla preoccupazione che le REMS ( Residenze per l’esecuzione della misura di sicurezza) realizzino la moltiplicazione dell’uso della misura di sicurezza in “miniOPG” regionali.
- Questa preoccupazione è rafforzata, come abbiamo detto alla Ministra, proprio dalla “Relazione al parlamento sullo stato di attuazione dei programmi regionali relativi al superamento degli OPG”: non è accettabile che i programmi regionali (e i relativi finanziamenti) siano destinati quasi esclusivamente per costruire le nuove Residenze in cui eseguire la misura di sicurezza (REMS). Tanto più che i posti letto “programmati” sono praticamente pari al numero degli internati di oggi, tra i quali vi sono – ed è un altro dei temi alla base della nostra mobilitazione – gli internamenti per reati “bagatellari” e le proroghe per assenza di alternative. Che si tratti di un applicazione distorta della legge 9/2012 o di una sua diretta conseguenza, per noi non è comunque accettabile: bisogna porvi rimedio.
- Abbiamo perciò chiesto che il Ministero della Giustizia e quello della Salute agiscano “di concerto” (è previsto dalle norme in materia !) e che si lavori da subito e nei prossimi mesi intanto per ridurre considerevolmente il numero di internati: sia organizzando le dimissioni, che con misure alternative a quelle detentive (anche per quei detenuti ora in Opg che devono rientrare in carcere), e intervenendo per far cessare proroghe all’internamento (tanto più se motivate dalla mancanza di assistenza da parte dei servizi nel territorio).
- Ciò vuol dire concertare con le Regioni tutto ciò che serve a queste finalità. E significa ri-orientare anche l’attenzione dei programmi regionali e i finanziamenti verso i Dipartimenti di Salute Mentale.
- Si è convenuto che servono interventi su più livelli, alcuni tra Ministeri d’intesa con le Regioni anche per indicare e favorire “buone pratiche” (che pure ci sono), altri di tipo normativo: anche agendo attraverso la legge, in questo caso con quella che dovesse disporre un’ulteriore proroga della chiusura degli Opg, che per noi sarebbe inaccettabile senza vincoli precisi.
In conclusione, due impegni importanti:
- il DAP metterà a disposizione di StopOPG dati aggiornati e accurati sulle persone internate (provenienza geografica e istituzionale, tipologia di internamento, proroga ecc. );
- con un prossimo incontro nella prima metà di gennaio proseguirà l’interlocuzione di StopOPG con gli uffici del Ministero della Giustizia, sia sulla prossima scadenza del provvedimento di chiusura degli OPG che sui problemi di più lungo respiro relativi alla salute mentale delle persone in condizioni di detenzione e in misura di sicurezza.