REPORT TAPPA REGGIO EMILIA 23 novembre
Questa di Reggio Emilia era la 13^ Tappa del Viaggio di Marco Cavallo nel mondo di fuori per incontrare gli internati”: per chiedere la chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, dire no ai mini OPG o manicomi regionali e chiedere l’apertura di Centri di Salute Mentale h24. L’iniziativa, promossa dal Comitato stopOPG e dalle Edizioni alphabeta Verlag con la loro Collana 180 – archivio critico della salute mentale, ha ricevuto anche una la medaglia del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Marco Cavallo è riuscito ancora una volta ad entrare all’interno di un Ospedale Psichiatrico Giudiziario, quello di Reggio Emilia Qui ha incontrato gli internati, lavoratrici, lavoratori e volontari. A mezzogiorno, sotto un autentico diluvio, il grande Cavallo Azzurro, alto quasi 4 metri, che nel 1973 “ruppe” i muri del manicomio di San Giovanni a Trieste dando il via al processo di cambiamento e alla Legge 180 – è entrato dal cancello dell’OPG(FOTO). Ad accompagnarlo fino al cortile interno – ben visibile dunque dalle finestre delle celle FOTO – c’erano, con i componenti della “carovana di stopOPG”, Gianluca Borghi (Società della Ragione/stopOPG), (Fausto Viviani (Cgil Emilia Romagna), Ramona Campari (Segretaria Cgil Reggio Emilia),Paola Ambrosini (segretaria FP Cgil Reggio Emilia), Nicolò Mazara (delegato Fp Cgil degli agenti penitenziari del Carcere e dell’OPG di Reggio Emilia) e rappresentanti di associazioni di Reggio Emilia e Modena. L’incontro a Reggio Emilia si è svolto nella sala Teatro dell’OPG. Dopo il saluto della direttriceValeria Calevro, due internati, del Laboratorio Teatrale dell’OPG, hanno “raccontato recitando” l’esperienza in OPG: storia, paure, dolori, sogni, desideri e speranze … FOTO Sono poi intervenuti Paola Ambrosini per la Fp Cgil Reggio Emilia e, per stopOPG, Stefano Cecconi, Peppe Dell’Acqua e Denise Amerini. Alcuni internati hanno chiesto la parola: rappresentando preoccupazioni, sfiducia ma anche aspettative sulla chiusura degli OPG, chiedendo se e quando ciò accadrà davvero, e cosa succederà loro. In particolare, due internati in forza dell’articolo 148 del codice penale (detenuti condannati con sopravvenuta infermità di mente) hanno manifestato il timore di tornare in carcere, che, hanno raccontato, come l’OPG è luogo totalmente inadatto per chi soffre di malattia mentale.
Nel corso dell’incontro è emerso che “l’orrore di questi luoghi non degni di un paese appena civile”, come ha scritto il presidente Napolitano nella lettera che accompagna la medaglia che ha voluto concedere a questa impresa, sta nella loro insensatezza. Insensatezza delle leggi che sono le stesse del 1930, dei regolamenti carcerari che pervadono ogni movimento, delle psichiatrie che sono radicate nelle peggiori culture del primo novecento, del sistema giudiziario che continua passivamente la routine delle perizie, delle misure di sicurezze delle proroghe senza fine. Nonostante l’impegno di tanti lavoratori e volontari, per sua natura non può essere luogo di cura, ma anzi produce sofferenza e malattia. Ed è emersa la necessità inderogabile di chiuderli e di abolire le norme alla base del trattamento speciale (la misura di sicurezza) per i ”folli rei” che, come al tempo dei manicomi, nega piena cittadinanza alle persone malate di mente. E’ stato detto, con semplicità e chiarezza, che chi commette un reato deve poter assumere la responsabilità di fronte alla comunità di cui è parte e deve pagarne le conseguenze con una giusta pena. Ma si è anche detto, rispondendo così ai timori espressi dagli internati “ex articolo 148”, che per restituire il diritto alla tutela della salute e alle cure, bisogna utilizzare le misure alternative alla detenzione, come afferma la nostra Costituzione e prevedono le leggi. E questo è possibile già oggi, utilizzando i finanziamenti dedicati dalla legge per la chiusura degli OPG a percorsi di cura e riabilitazione individuale (budget di salute), anziché sprecare soldi costruendo le Rems/miniOPG regionali dove si perpetua inevitabilmente l’insensata logica manicomiale dell’OPG.
Al termine dell’incontro sono stati donati per la biblioteca dell’OPG i libri della Collana 180 – archivio critico della salute mentale pubblicata da “Edizioni alphabeta verlag”, alla presenza di Aldo Mazza (edizioni alphabeta) e Flora Tommaseo (autrice del libro “La stanza dei pesci” della Collana 180).
Al termine dell’incontro, mentre Marco Cavallo partiva verso Castiglione delle Stiviere, Ramona Campari ha annunciato che, in occasione dell’imminente congresso provinciale della CGIL, verranno consegnati ai delegati dei modellini di Marco Cavallo, che saranno riprodotti, come sculture, dalle allieve e dagli allievi del Liceo Artistico di Reggio Emilia; sarà questa un’altra opportunità per raccontare la storia di Marco Cavallo nel sindacato e nelle scuole.
Stefano Cecconi, Denise Amerini