[articolo uscito su imperianews.it]
Daniela Meloni e Maria Teresa Roselli, insieme a Cittadinanzattiva Liguria e il Tribunale per i Diritti del Malato, hanno scritto al Prefetto, al Presidente della Conferenza dei Sindaci, al Difensore Civico della Regione e al Direttore Generale dell’Asl 1 Imperiese, lamentando una grave carenza di psichiatri nella nostra provincia.
«Si tratta – scrivono – di una grave ed insostenibile situazione in cui si presenta il Dipartimento di Psichiatria e Salute Mentale dell’Asl 1 Imperiese. Il tema della carenza di psichiatri è stato già affrontato in numerosi incontri con le direzioni Asl competenti. Tuttavia, le risposte fornite in quelle sedi sono complessivamente inadeguate, sia per quanto riguarda il numero di specialisti da assumere e la loro stabilizzazione, sia per quanto riguarda i tempi di realizzazione delle immissioni attraverso le relative procedure. I concorsi per l’assunzione di psichiatri svoltisi negli ultimi anni hanno prodotto nuovi ingressi, ma sono stati assolutamente insufficienti, generando un bilancio finale negativo a causa dei rifiuti di incarichi, delle richieste di trasferimento e di ulteriori pensionamenti. In sostanza, l’attuale organico è carente di una decina di medici psichiatri».
«Dal nostro punto di vista – è scritto nella lettera – per evolvere da questa situazione (medici e personale sanitario che scelgono altre sedi) occorre porre in atto modalità e strategie tali da attrarre e motivare i professionisti anche attraverso incentivi e supporti di carattere economico, ma anche, per quanto possibile, indicare ragionevoli limiti e vincoli temporali ai trasferimenti. Inoltre, vista la grave carenza di medici specialisti (diffusa a livello nazionale) è necessario che l’Asl 1, gli Assessorati Regionali competenti e la Facoltà di Medicina dell’Università degli Studi di Genova realizzino, al più presto, percorsi opportuni e risolutivi».
« È importante sottolineare – terminano – che la cura della malattia psichiatrica si realizza nella costituzione di un sistema di rete, nel quale devono integrarsi le competenze necessarie fra la psichiatria propriamente detta, la psicologia, la terapia di riabilitazione psichiatrica, l’assistenza socio-sanitaria con la finalità di aiutare i malati nel percorso di reinserimento nella società, diminuendo così le conseguenze potenzialmente pericolose e di allarme sociale. È ovvio che per realizzare questi obiettivi occorre personale specializzato e che il rischio, in assenza, è di non assicurare ai malati ed ai loro familiari il diritto costituzionale alla salute e ad un adeguato livello di assistenza e di sicurezza».