Luigi Benevelli- 24 marzo 2015- pensieri
La parola “Giusto” non è più circoscritto alla Shoah ed è diventato il termine per definire (e ricordare) quanti in tutti i genocidi e totalitarismi,a rischio della propria incolumità, violando le leggi degli Stati, si sono prodigati per difendere la dignità umana. Dal 2012, nella giornata del 6 marzo si celebra la Giornata europea in memoria dei Giusti, a sottolineare l’importanza del valore dell’individuo e della responsabilità personale come elementi fondanti la cultura democratica europea.
Mi è venuto in mente il riferimento ai “Giusti” pensando al fatto che, come in molte, forse quasi tutte le vicende italiane, anche l’applicazione della legge 81/2014 sul territorio della Repubblica è, come si dice, “ a macchia di leopardo”: parlo delle parti “innovative” della legge, quelle che raccomandano lo scrupolo a disporre l’internamento di cittadini con diagnosi psichiatrica autori di reato e a documentare le ragioni del prolungarsi dello stesso.
Mi è venuto da pensare che fra coloro, operatori della Giustizia e della Salute Mentale, che ignorano scientemente le prescrizioni della legge 81, ci siano persone che, in nome della Difesa Sociale, si sentono dei “Giusti”.