di Giovanni Rossi.
Evidentemente maggio porta bene: 28 maggio 2014, conversione del decreto legge relativo al superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari che finalmente introduce logiche favorevoli alla personalizzazione degli interventi nel contesto di vita e strumenti tesi a scoraggiare l’utilizzo delle istituzioni per pratiche di internamento che richiamano lo spirito della legge 180,a sua volta approvata in maggio, il 13 del 1978.
La legge ora stabilisce che ogni persona presente in OPG ha diritto alla formulazione di un progetto di dimissione entro 45 giorni;
che nessuno può restare in OPG (ergastolo bianco)per più del tempo che avrebbe trascorso in carcere se fosse stato condannato per il reato commesso;
che non sono consentite proroghe alla permanenza in OPG giustificate dal fatto che fuori i servizi non sono pronti ad accogliere le persone in dimissione;
che il giudice dovrà adottare di norma misure di sicurezza nei confronti dell’infermo di mente alternative all’internamento in OPG;
infine, entro 6 mesi se le singole Regioni non dimostreranno, per quanto loro compete, che tra un anno l’OPG sarà superato, verranno commissariate.
E’ evidente che questo approccio determina, come fu per la legge Basaglia, una rivoluzione copernicana rispetto a quanto sino ad ora fatto da molte Regioni, che hanno progettato residenze per la esecuzione della misura di sicurezza (REMS) con posti letto pari, se non superiori, a quelli degli OPG.
Emblematico il caso della Lombardia che ha fatto un progetto di 240 posti letto. Metà all’interno dell’OPG di Castiglione delle Stiviere e metà riciclando reparti di manicomio (Limbiate) o piccoli ospedali.
Se l’aria che tira non cambia è facile prevederne tra sei mesi il commissariamento.
In questa regione molti psichiatri con responsabilità di direzione si sono schierati contro questa legge e, dunque, dubito che questi esponenti della psichiatria difensiva collaboreranno nel predisporre i programmi individuali nei prossimi 45 giorni.
A questo si aggiunga il fatto che il piano edilizio dei 240 posti letto, oltre ad essere sovrastimato, risulterà irrealizzabile. Non esistono, infatti, i tempi tecnici per la sua realizzazione a maggior ragione per il fatto che è affidato a Infrastrutture Lombarde, che tra una indagine della magistratura e l’altra, non è che abbia una grande operatività.
Non tira una buona aria nemmeno a Castiglione delle Stiviere, dove, a proposito di vuoti di potere, sono stati sospesi dalla loro funzione sia il direttore dell’OPG che il direttore generale dell’azienda ospedaliera “Carlo Poma”, cui l’OPG appartiene. Il secondo è stato sospeso dopo il suo rinvio a giudizio per illeciti che avrebbe commesso in alcune gare d’appalto. Il primo per ragioni “segretate”, ma evidentemente serie, se la decisione di sollevarlo dall’incarico, è stata presa dalla sera alla mattina.
A questo punto non ci resta che aspettare il commissariamento, a meno che qualcuno non riesca a far cambiare l’aria. Ci vorrebbe una task force, preferibilmente di lombardi, che sappia far saltare definitivamente quello che è stato definito il “sistema Formigoni” applicato alla questione OPG.
Penso in particolare a personalità politiche ed amministrazioni locali che potrebbero cogliere la possibilità offerta loro dal successo elettorale del partito democratico, primo partito in tutta la Regione e che conoscono bene la questione.
Penso ad esempio alla senatrice Emilia De Biasi, milanese e presidente della commissione sanità del Senato, il cui impegno è stato fondamentale per l’approvazione di questa legge, penso alla senatrice mantovana Giovanna Martelli, ai consiglieri regionali del PD, ad esempio Marco Carra, avvocato mantovano, penso ad alcuni sindaci del centro sinistra, da quello di Milano a quello di Castiglione delle Stiviere.
Dalla politica dovrebbe venire un forte messaggio di discontinuità che dichiari azzerato l’attuale progetto della Regione Lombardia e nello stesso tempo assuma l’obiettivo, tra lombardi, di attuare davvero la legge per il superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari.
Può darsi che alla politica serva anche avere il contributo di tecnici competenti. In tal caso potrebbe consultare alcuni psichiatri lombardi : Franco Rotelli (di Casalmaggiore), successore di Franco Basaglia a Trieste, attuale consigliere regionale del Friuli Venezia Giulia (vedere il progetto predisposto da questa regione non sarebbe male); Benedetto Saraceno, milanese e per lunghi anni direttore del programma salute mentale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità; Luigi Benevelli mantovano, che come psichiatra ha chiuso un paio di ospedali psichiatrici e come parlamentare ha protetto la legge 180 e promosso lo sviluppo dei servizi di salute mentale.
Infine se proprio ce ne fosse bisogno si potrebbe prendere visione di alcuni interessanti progetti regionali : quello toscano (PD 56%), quello emiliano (PD 52%), oltre al già citato progetto friulano (PD al 42%).
Perchè non realizzare anche in Lombardia la legge 180 bis e superare definitivamente l’ospedale psichiatrico giudiziario?
Dal blog: http://rossi-mantova.blogautore.repubblica.it/2014/06/05/legge-180-bis/