Inutile negarlo, il clima sociale e il mondo del lavoro stanno vivendo momenti di grande difficoltà, sembra si sia perso il senso, mancano direzioni chiare, si lavora sempre più a comparti stagni seguendo la filosofia dell’ “ognuno per sé”.
In questo clima di smarrimento si trova anche il mondo della cooperazione sociale il cui obiettivo principale è l’inserimento lavorativo di soggetti in condizione di fragilità. La scommessa della cooperazione sociale è oggi ancora più difficile: complice la crisi, la concorrenzialità sempre più spietata, il difficile dialogo tra cooperative e servizi, gare d’appalto sempre più agguerrite, ritmi di lavoro da multinazionali e una società sempre meno sensibile ai temi degli ultimi.
Il 27 febbraio si sono riuniti diversi attori della cooperazione sociale provenienti da Trieste, Foligno, San Benedetto al Porto, Biella, Firenze, Modena, Torino, Pordenone, Imperia, Matera. Alle riunioni hanno preso parte anche i rappresentanti di Legacoopsociali di Abruzzo, Liguria e Friuli Venezia Giulia.
Temi delle discussioni erano le “dipendenze patologiche” e la “salute mentale”.
Per quanto riguarda il tema delle dipendenze, i ragionamenti hanno spaziato a 360° sul senso della cooperazione sociale in sé, sul tema della depenalizzazione per uso di droghe leggere, sulla difficoltà di dialogo con i servizi, sui diritti dei lavoratori svantaggiati, sulla riduzione delle commesse. Si è inoltre discusso della minor qualità offerta a causa dei continui tagli al welfare e di Sud.
Per quanto concerne la salute mentale è in cantiere un seminario da tenersi il 4-5 aprile di quest’anno a Modena per discutere delle relazioni utenti/cooperative su progetti di valutazione su: residenzialità, domiciliarità, prevenzione, esordi, disagio giovanile, lavoro e rapporto tra formazione e lavoro.
I partecipanti hanno inoltre discusso di Opg e di eventuali iniziative da intraprendere congiuntamente con Stop OPG e Forum Salute Mentale. Il gruppo si è interrogato su chi è al centro? Le strutture o il processo terapeutico finalizzato ai bisogni/desideri delle persone?
Anche in questo tavolo è emersa la carenza di dialogo tra cooperative e servizi; sono emersi infine i bisogni di trovare dei parametri di valutazione comuni per meglio dimostrare la bontà del lavoro svolto dalla cooperazione sociale e la necessità di trovare un linguaggio comune che crei unità tra realtà profondamente diverse in termini geografici e esperienziali.
Sono stati messi due semi importanti per ravvivare la discussione su temi sempre più pressanti a livello nazionale ma che l’opinione pubblica stenta a far emergere comportandosi come lo struzzo che mette la testa nella sabbia per non vedere un evidente disagio sociale a rischio emergenza.