Giovedì 29 Luglio 2010 13:40 . di Elena Romanello
Durante un’intervista a Pontifex, blog di ispirazione cattolica che in questi giorni ha scomunicato i rave party perché pericolosi e le vacanze al mare perché più peccaminose, Giacomo Babini, vescovo emerito di Grosseto ha parlato a proposito dei preti gay, alla ribalta dopo l’inchiesta su un noto settimanale, sostenendo che l’omosessualità è peggiore della pedofilia.
Ecco cosa ha dichiarato a questo proposito Babini: «Ho già espresso in varie occasioni la mia netta contrarietà alla omosessualità che considero una vera perversione contro natura. Ora se queste cose vengono commesse in tal modo osceno e turpe da sacerdoti, sarebbe il caso, come si faceva una volta, di mandarli in carcere e farceli rimanere a vita. Questi ex preti che devono essere ridotti allo stato laicale e cacciati, meritano, salva la misericordia di Dio, di finire la loro vita all’ Inferno che li aspetta. L’omosessualità in un prete, se tradotta in pratica depravata, é addirittura più grave della pedofilia, si tratta di uomini viziosi e perversi, che si sono abbandonati a oscene pratiche contro natura.»
Ma il vescovo di Grosseto non si limita a questo, che sarebbe già di per sé grave, ma dice anche: «Come Vescovo sarei maggiormente comprensivo con un prete pedofilo che si penta e soffre della sua condizione che di questi viziosi. Le dico di più, se mi fosse capitato un pedofilo non lo avrei denunciato, ma cercato di redimere. Un padre come é il Vescovo per un sacerdote, non denuncia i figli che sbagliano e si pentono. Ma con i viziosi bisogna essere intransigenti.»
Gli ha risposto Giuseppina La Delfa, presidente dell’Associazione Famiglie arcobaleno, che raccoglie gli omosessuali che sono genitori, dichiara: «La gravità delle affermazioni di Monsignor Babini meriterebbero un intervento immediato delle gerarchie ecclesiastiche. Sappiamo delle difficoltà della chiesa cattolica, delle gerarchie ecclesiastiche e del Vaticano a far fronte a tutti gli scandali che avvengono al loro interno riguardo le violenze pedofile che sono state tenute nascoste per molti anni alle autorità. Ciò che non compendiamo è l’indifferenza, per non parlare della grave complicità, di fronte a dichiarazioni gravi e omofobe che dimostrano del pregiudizio e dell’odio che spesso alimenta la violenza fisica contro le persone omosessuali. Ci auguriamo che quanto prima i vertici ecclesiastici intervengano su Monsignor Babini per chiarire una volta per tutte se quanto egli sostiene è frutto di opinioni personali o se le sue dichiarazioni rappresentano il pensiero della chiesa cattolica. Siamo oltremodo scandalizzati per come Monsignore Babini sminuisca con le sue dichiarazioni l’orrendo crimine della pedofilia prendendosi beffa dei minori così doppiamente violentati, una prima volta fisicamente e ora con queste parole indegne. Auspichiamo che persone come Babini si informino adeguatamente sul fatto che la comunità scientifica psicologica e psichiatrica distingue nettamente l’omosessualità, considerata variante naturale della sessualità umana, dalla pedofilia considerata invece una parafilia e inserita pertanto nella categoria dei Disturbi sessuali. Vogliamo inoltre sottolineare che la pedofilia è un reato sessuale penalmente perseguibile e che i pedofili sono considerati affetti da patologia curabile con farmaci e psicoterapia, al contrario delle persone omosessuali che NON sono rei NE’ tantomeno necessitano di cure alcune.»
Famiglie Arcobaleno presenterà con altre associazioni per i diritti una segnalazione alla Procura di Grosseto, perché si possa valutare se nelle parole di Monsignor Babini ci siano gli estremi a procedere penalmente, secondo la legge Mancino.
(da Nuova Società.it)