Clamoroso colpo di scena nel caso della morte dell’ambulante quartese Giuseppe Casu. Sette medici del reparto psichiatria del Santissima Trinità di Cagliari sono stati accusati di sequestro di persona aggravato dall’abuso di potere.
Giuseppe Casu è stato ucciso da un farmaco tossico per il cuore. Questa, almeno, è l’idea dei periti del Tribunale. Anche se sottolineano: non c’è la certezza ma un’«elevata probabilità». Il processo sul sessantenne quartese morto il 26 giugno 2006 dopo sei giorni di ricovero in Psichiatria al Santissima Trinità si giocherà tutto su quelle due parole. Però: il paziente è stato legato al letto per tutta la durata del ricovero, dal giorno del trattamento sanitario obbligatorio firmato dal sindaco di Quartu durante lo sgombero degli ambulanti da una piazza, fino a quando si è scoperto che non respirava più. E questo, dicono i periti, non si poteva fare. Di lì la nuova, clamorosa accusa contestata ieri al primario Gian Paolo Turri e agli psichiatri del suo reparto Maria Rosaria Cantone, Antonella Baita, Maria Rosa Murgia, Marco Murtas, Luciana Scamonatti, Marisa Coni: sequestro di persona aggravato dall’abuso di potere. Roba da dieci anni di reclusione.
La notifica dell’avviso di conclusione delle indagini firmato dal sostituto Giangiacomo Pilia ha provocato stupore, rabbia, sconcerto negli ambienti medici cagliaritani. Eppure il nuovo stralcio di indagine è sostanzialmente un atto dovuto dopo il deposito della perizia, l’11 ottobre scorso, davanti al Tribunale monocratico che processa Turri e la Cantone per omicidio colposo aggravato: durante il dibattimento il pm lo ha quasi annunciato insieme al tentativo di portare la discussione sulla contenzione fisica. La difesa dei due psichiatri è insorta poiché è stato escluso che quella circostanza abbia portato alla morte del paziente. E allora il giudice Simone Nespoli ha chiesto al pm di motivare le sue domande e Pilia a quel punto ha dichiarato che la perizia avrebbe potuto portare alla contestazione di nuovi reati.
In effetti i periti parlano senza mezzi termini di sequestro di persona e lo fanno sotto un profilo strettamente giuridico. Affrontando la questione della contenzione fisica hanno escluso che Casu sia stato ucciso da una trombo-embolia polmonare legata alla lunga immobilità, come invece avevano diagnosticato i medici del Santissima Trinità subito dopo l’improvvisa morte dell’ambulante. I periti Elda Feyles, specialista in anatomia e istologia patologica, Guglielmo Occhionero, psichiatra, e Rita Celli, medico legale, hanno innanzitutto individuato le norme: gli articoli 13 e 32 della Costituzione sulla inviolabilità della libertà personale e sul consenso all’atto terapeutico, il codice deontologico di medici e infermieri sulla contenzione fisica e farmacologica come evento straordinario e motivato, il codice penale: se c’è uno stato di necessità la misura di contenzione, sempre proporzionale al pericolo attuale di un danno grave non altrimenti evitabile, non solo può ma deve essere applicata se non si vuole incorrere nel reato di abbandono di incapace. I periti sono sicuri: «La contenzione fisica è ammessa solo allo scopo di tutelare la vita o la salute della persona… qualora la contenzione fosse sostenuta da motivazioni di carattere disciplinare o per sopperire a carenze organizzative o per convenienza del personale sanitario si possono configurare i reati di sequestro di persona, violenza privata, maltrattamenti».
Non solo, i periti negano che la contenzione a letto sia da considerare un trattamento sanitario vero e proprio: «In generale, per prestare le prime cure il medico deve intervenire e vincere la resistenza solo se il paziente si trova in vero pericolo di vita. Nei casi psichiatrici quel pericolo non c’è quasi mai perché raramente esiste un pericolo di vita rispetto a una malattia mentale. Non risulta che mai nessuno sia morto di allucinazioni o delirio». I periti valutano dunque «eccessivo» legare a letto un paziente anche se per impedirgli il suicidio o costringerlo a curarsi. Di lì la conclusione: «La diretta coercizione non è fra le prestazioni richiedibili allo psichiatra. E visto che l’organigramma del nuovo assetto della psichiatria non prevede figure di personale di custodia (come prima della legge Basaglia che ha chiuso i manicomi), essendo venuta meno tale esigenza che caratterizzava la vecchia normativa manicomiale, il ricorso all’uso della forza fisica è esterno al rapporto terapeutico».
Nell’indagine-stralcio Baita, Murgia, Murtas, Scamonatti e Coni sono accusati anche di omicidio colposo, reato per il quale Turri e la Cantone sono già sotto processo: per il 29 novembre è fissata la requisitoria del pm.
La Asl 8 ha intanto annunciato che in questa fase non prenderà provvedimenti nei confronti dei medici.
MARIA FRANCESCA CHIAPPE
Giovedì 21 ottobre 2010 08.07
(da L’Unione Sarda)
5 Comments
Trovato, oggi, sull’Unione Sarda. Scandaloso!
Cagliari: L’Anaoo difende i medici di Psichiatria
La segreteria regionale dell’Associazione medici dirigenti (Anaoo-Assomed) prende posizione in difesa dei professionisti del Servizio psichiatria 1 dell’ospedale Santissima Trinità, accusati di sequestro di persona per la morte dell’ambulante quartese Giuseppe Casu, avvenuta il 22 giugno 2006 dopo il trattamento sanitario obbligatorio (Tso) firmato dall’allora sindaco di Quartu, Gigi Ruggeri.L’Anaoo ricorda che il Tso è previsto dalla legge 180, quando un paziente «è ritenuto capace di mettere in atto gesti violenti verso se stesso o altri». La contenzione fisica, aggiungono i medici, «è prevista dalla normativa e si attua senza nessuno scandalo, nella maggior parte dei reparti medici e chirurgici a tutela della salute del paziente».
L’ANAO dovrebbe difendere il diritto alla salute e alla vita! O no? – Gisella Trincas
Ogni contenzione in SPDC, in Comunità o i Casa di Cura deve essere denunciata alla Procura della Repubblica la quale sola può stabilire si vi era o non vi erala scriminante dello stato di necessità. Roberto Rolli
Di piu Io chiedo scomunica e pubblico ludibrio per questi psichiatri! Di piu aboliamo per legge la malattia mentale!.
Sono serio: ho lavorato in un reparto aperto con colleghi motivati ed infermieri formati ad hoc. Direzione di DSM decisa e reparto nuovo di zecca. Pochi posti letto tanto intrattenimento. Ho visto pochissimi pazienti contenuti in due anni; ma ho visto anche pazienti in coma farmacologico con ricorso agli anestesisti, innumerevoli interventi delle forze dell’ordine per tutelare la sicurezza di operatori e pazienti, pazienti scappati dal reparto girare armati di taglierino nel comune o girare in stato confusionale per strada, infermieri e medici in infortunio frequentemente, pazienti dimessi piu scompensati che all’ingresso, operatori incarogniti ed in burnout dopo pochi mesi di lavoro in psichiatria. In piu: questo paziente non lo vogliamo perché é tossicodipendente, questo no perché é psicopatico, questo no perché rischia di scappare, questo no perché é demente. Bene questa é la psichiatria che volete tutti? Io la definisco INUTILE e pericolosa per chi ci lavora o vi é ricoverato! IO tutti questi psichiatri sadici non li ho ma