Si è svolta questa mattina, presso la sede di via Malta, la riunione della speciale commissione sulle carceri. La commissione oggi ha ascoltato i direttori dei dipartimenti di salute mentale di Siracusa, Augusta e noto, rispettivamente il dott. Michele Lo Magro, il dott. Antonio Cappellani e il dott. Antonio Cappello. All’incontro ha partecipato anche la dott. Valeria Rubino, del dipartimento di Noto.
(da Siracusanews.it)
Alla riunione di questa mattina – presieduta dal consigliere Carmelo Spataro – hanno partecipato il presidente del Consiglio provinciale, Michele Mangiafico e i consiglieri Gino Gionfriddo, Alessandro Acquaviva, Paolino Amato, Nino Iacono e Luciano Spicuglia.
La riunione è cominciata con l’intervento del presidente della commissione, Carmelo Spataro, che ha informato gli ospiti sull’iniziativa che la Provincia regionale sta portando avanti per conoscere, a 360 gradi, la questione carceraria.
“Sulla vicenda – ha detto Carmelo Spataro – vogliamo accendere i riflettori della politica, vediamo cosa potrà fare la Provincia regionale alla fine dei lavori che si concluderanno con un Consiglio provinciale informale al quale parteciperanno tutte le componenti interessate e i deputati nazionali”.
L’aspetto più importante venuto fuori dall’incontro di oggi è che nelle carceri del territorio, con particolare riferimento alla struttura di Brucoli, vi sono pochissimi casi di patologia psichica conclamata. Esistono, invece, parecchi casi dove emerge il cosiddetto disturbo di personalità. Aspetto che è diretta conseguenza del sovraffolamento e di altre criticità che fanno scattare anche episodi di autolesionismo tra i più fragili e tra gli extra comunitari.
Tra le criticità emerse nel corso della riunione, la mancanza di progettualità, di attività che possano in qualche modo coinvolgere il detenuto. E l’inserimento lavorativo potrebbe costituire la svolta. Insomma, interventi preventivi per evitare il futuro disagio.
Tra le considerazioni, anche quella secondo cui, più che di attività ludiche e ricreative, i detenuti avrebbero bisogno di allargare il proprio spazio vitale; la necessità che il tempo possa essere scandito da un impegno che dia, al detenuto, una dimensione più umana.