Di Barbara Buoso.
Il PM dall’alto della sua legge porta la prova, è il caso di dirlo, capitale: “signor Giudice, signori giurati – ok, ok, ok: questa è enfasi da gran giurì – come può, il signor povero deficiente psichico, perché questo è, un povero deficiente psichico, aver accolto col lume della ragione un finanziamento per l’acquisto di una autovettura, una autovettura signor Giudice, signori giurati, quando il povero deficiente psichico non ha la patente?! Comprenderete da soli la contraddizione, il grave cortocircuito, il dramma che può aver vissuto questa povera vittima, questo uomo già violentato dalla vita e dal destino”.
Aldo, perché anche i deficienti hanno un nome fuori da un ruolo dibattimentale o da una perizia, si è sempre spostato in bicicletta per il paese. Sempre sfavillanti biciclette Bianchi, manutenute da lui medesimo nel garage sottocasa: c’è sempre stato posto per un treno lì dentro e lui, invece, solo la bicicletta ha sempre e solo messo, il tosaerba e i vasetti per la conserva della moglie. Vasetti a cui cambiavano solo i coperchi, ogni anno, sia mai che un po’ d’aria ci faccia andare tutti al creatore, cara Maria.
Maria, perché anche le moglie dei deficienti hanno un nome fuori da un ruolo dibattimentale o da una perizia, gli ha sempre voluto bene a quel marito brontolone e “sempliciotto” che gli andava bene tutto. Gli ha sempre voluto bene anche se la portava in città con la corriera, andavano alla fermata assieme e lui, come fa un buon capofamiglia, ha sempre ‘messo fuori’ la mano, contro la corriera, per farla fermare e farsi prendere su.
La patente gli era rimasta sempre lì: c’era stato male per tanti anni a non riuscire mai a prenderla anche lui, ma la vita, prima il figlio quando ancora lui non aveva smesso di esserlo, poi la malattia della moglie, il lavoro, fare e brigare. Dentro al suo garage c’era il posto vuoto, mai come quello nel suo cuore dove ci sarebbe stato anche un treno.
Aldo, alla fine, trovandosi davanti al signor direttore di banca non ce l’ha fatta a rinnegare, forse per l’ultima volta, il desiderio di prenderla quella patente, fare una sorpresa a sua moglie Maria, entrare in casa e dirle, con la voce di un bambino, non andiamo in città in corriera ma in macchina.
E lui ha lasciato che il cuore corresse più veloce delle gambe e le carte, per comprarla, le ha firmate col cuore gonfio e la mano tremolante.
Aldo ora sfreccia veloce con Maria, in barba alla legge e al PM. “Direttore: monta, ti diamo un passaggio noi per la galera procurata dai miei sogni”.
Liberamente ispirato alla ‘storia’di questo (come lo chiamano loro) ‘deficiente psichico’:
da Il mattino di Padova: