Alla Presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini
Montecitorio – Roma
Oggetto: la salute mentale, bene primario da tutelare
Gentile Presidente,
la nostra Organizzazione Nazionale porta alla Sua sensibile attenzione una questione di primaria e fondamentale importanza: lo stato dei servizi di salute mentale in Italia e la violazione dei diritti umani delle persone che vivono l’esperienza della sofferenza mentale. Con le nostre Associazioni siamo presenti su tutto il territorio nazionale e rappresentiamo oltre 20.000 famiglie.
Scopo della nostra azione è favorire e sollecitare la piena attuazione della Legge di Riforma Psichiatrica n°180 e della Legge di Riforma Sanitaria n°833, dei Progetti Obiettivo Nazionali Salute Mentale, delle Linee Guida Ministeriali del 2008 e le Raccomandazioni della Commissione Europea.
La Conferenza di Helsinki del 2005, promossa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha approvato un importante documento che impegna tutte le nazioni dell’Europa in un Piano vincolante che sposta l’attenzione dalla “malattia” alla “persona”: ai suoi bisogni e diritti; con interventi mirati anche al suo contesto di vita, alla rete di appartenenza, ai gruppi sociali di riferimento.
In particolare si raccomandava:
· La disponibilità di aiuti materiali e sussidi economici, anche transitori, per avere un reddito che consenta una vita dignitosa;
· Condizioni di habitat soddisfacenti: la propria casa, la possibilità di accedere ad appartamenti-comunità e residenze transitorie (protette o semi-protette), nelle fasi della vita di particolare bisogno;
· L’inserimento lavorativo in rapporto alle proprie esigenze, capacità e inclinazioni;
· L’accesso all’istruzione, all’informazione e alla formazione;
· L’accesso a contesti e occasioni di socializzazione.
E’ unanimamente riconosciuto che la salute mentale e il benessere mentale di una persona, sono fondamentali per la qualità della vita, incide sullaproduttività degli individui, delle famiglie, delle comunità e delle nazioni. Rendono le persone capaci di sperimentare il vero significato della vita, permettono loro di esprimere la propria creatività e di essere dei cittadini partecipi e attivi.
Il Programma di Azione della Commissione Europea invita gli Stati ad aumentare gli investimenti per la salute mentale, a stabilire politiche sanitarie e leggi basate sulle attuali conoscenze e considerazioni sui diritti umani.
Per il decennio 2005/2015, gli Stati avevano assunto i seguenti obiettivi:
· Diffondere l’importanza del benessere mentale;
· Lottare collettivamente contro lo stigma, la discriminazione e l’ineguaglianza e responsabilizzare e sostenere le persone affette da problemi di salute mentale e le loro famiglie affinchè possano partecipare attivamente a questo processo;
· Concepire e realizzare sistemi di salute mentale completi, integrati ed efficaci che inglobino la promozione, la prevenzione, il trattamento, la riabilitazione, le cure e il reinserimento sociale;
· Rispondere al bisogno di disporre di un personale di cura competente ed efficace in tutti questi campi;
· Riconoscere l’esperienza e la conoscenza delle persone che fanno e/o hanno fatto l’esperienza del disturbo mentale e dei familiari e di quanti coinvolti quale base importante per la pianificazione e sviluppo dei servizi di salute mentale.
In sintesi, la situazione italiana è la seguente:
· Buone leggi e linee guida di grande valore civile e culturale che non hanno trovato lo stesso livello di attenzione e applicazione nelle diverse realtà regionali e locali;
· Nessuna campagna nazionale che diffonda la cultura del benessere mentale;
· Una progressiva disattenzione da parte del Governo centrale e del Parlamento, in particolare nell’ultima legislatura (sia col Governo Berlusconi, sia col Governo Monti), che ha portato di fatto ad un impoverimento dell’intero sistema;
· Un impoverimento dei servizi territoriali di salute mentale che ha impedito (nella gran parte dei servizi) l’erogazione di quel complesso di prestazioni terapeuticheriabilitative personalizzate indicate nei Progetti Obiettivo e nelle Linee Guida Nazionali, determinando una attività prevalentemente di tipo ambulatoriale per le prestazioni farmacologiche che non incidono sul miglioramento della qualità della vita delle persone;
· Una inaccettabile disomogeneità nella organizzazione, distribuzione e utilizzo delle risorse (umane e finanziarie) tra le Regioni, tra le Aziende Sanitarie Locali, e, all’interno di queste, tra i Dipartimenti di Salute Mentale. Convivono in Italia servizi di eccellenza e servizi poveri e pessimamente organizzati. I destini delle persone dipendono quindi non dalla condizione o dalla gravità della malattia ma dalla inadeguatezza e povertà degli interventi;
· Nella maggioranza dei Servizi Psichiatrici di Diagnosi e cura (i servizi ospedalieri per le urgenze e le emergenze) si pratica la contenzione fisica (legare le persone al letto) e farmacologica. Le porte sono chiuse a chiave dall’interno e l’organizzazione ruota prevalentemente su sistemi custodialistici;
· Persistono gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari (luoghi dell’orrore e della violazione dei più fondamentali diritti umani), nonostante il DPCM 1°aprile 2008, le sentenze della Corte di Cassazione e della Corte Costituzionale, la Legge n°9/2012, e non si è mai interrotto il processo di internamento di giovani cittadini con problemi di salute mentale autori di reato.
Inoltre, l’ultima legislatura si è fortemente caratterizzata per l’assenza totale di attenzione e sensibilità istituzionale verso le istanze delle Associazioni dei familiari e degli utenti. Per aver soppresso ogni strumento di partecipazione democratica. Per aver impoverito il sistema di Welfare azzerando i fondi statali per le politiche socio assistenziali. Per aver di fatto favorito il peggioramento delle condizioni di vita e di salute di migliaia di cittadine e cittadini colpiti dalla condizione di sofferenza mentale e aver lasciato centinaia di famiglie in una grande disperazione.
In questi anni così difficili, resi ancora più problematici da una pesante crisi economica che ha toccato ogni aspetto della vita delle persone, l’unica attenzione a questi temi è stata garantita dalla Commissione Parlamentare di inchiesta sul Servizio Sanitario Nazionale (presieduta dal Senatore Ignazio Marino), che ha svolto una indagine approfondita sui servizi di salute mentale in Italia e sugli ospedali psichiatrici giudiziari, confermando le inadempienze e criticità da noi segnalate in Audizione. La stessa Commissione ha indicato, nella sua relazione conclusiva, le strade da percorrere senza ulteriori indugi.
Noi chiediamo che il Parlamento voglia affrontare con urgenza queste questioni, assumendosi la piena responsabilità di rendere esigibili i diritti fondamentali di migliaia di cittadine e cittadini colpiti da disturbi mentali anche gravissimi.
Chiediamo che le famiglie siano concretamente sostenute nel loro carico emotivo ed assistenziale e che possano accedere a tutti gli aiuti necessari per affrontare una condizione difficile e complessa.
Chiediamo che il Parlamento si adoperi affinché sia reso operante al più presto un Governo stabile che possa esprimere impegno ed azione responsabile sui temi della salute mentale, affinché questo tema costituisca priorità (insieme al tema del lavoro e della povertà) nell’agire politico.
In particolare, chiediamo grande attenzione e concretezza sui seguenti punti:
1) La ricostituzione della Commissione Ministeriale Salute Mentale con la partecipazione delle Associazioni dei familiari e degli utenti, la cui attività è sospesa
dal 2009;
2) L’individuazione di un finanziamento nazionale che consenta a tutte le Regioni di adeguare i propri servizi di salute mentale portandoli al livello delle eccellenze presenti nel nostro Paese (con i centri di salute mentale aperti sulle 24 ore e orientati alla guarigione), nel rispetto delle Raccomandazioni della Commissione Europea e delle Linee Guida Nazionali del 2008. Servizi di salute mentale comunitaria orientati alla guarigione.
3) Il rifinanziamento adeguato del fondo nazionale per le politiche sociali con trasferimenti delle risorse necessarie agli Enti Locali per fronteggiare i molteplici bisogni espressi dalla comunità più fragile;
4) Il Commissariamento delle Regioni inadempienti nella attuazione delle norme nazionali e comunitarie sulla salute mentale;
5) Un piano nazionale di sensibilizzazione sui temi della salute mentale che coinvolga le scuole di ogni ordine e grado, con la partecipazione delle Organizzazioni dei familiari, degli utenti e degli operatori dei servizi;
6) Il riconoscimento a tutti i livelli istituzionali, nazionale e regionali, delle associazioni dei familiari e degli utenti con sostegni finanziari alla loro insostituibile azione di advocacy;
7) Un piano nazionale di sostegno finanziario e normativo della cooperazione sociale di tipo b per progetti di opportunità lavorative stabili per persone con disturbo mentale;
8) Il concreto e definitivo superamento degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari privilegiando i percorsi personalizzati di rientro nei territori di appartenenza. Ma anche la necessaria revisione del codice penale e di procedura penale sugli articoli che permettono la sopravvivenza degli ospedali psichiatrici giudiziari e della misura di sicurezza per gli autori di reato con parziale o totale vizio di mente;
9) Bloccare qualunque tentativo di costruzione di nuovi e più “moderni” luoghi di cura e custodia (mini ospedali psichiatrici giudiziari) in quanto non può esserci cura in condizioni di custodia;
10)La revisione degli importi delle pensioni di invalidità civile per malattia mentale per le situazioni di inabilità al 100%.
Noi vorremo che queste questioni venissero portate all’attenzione dell’intero Parlamento e dei Gruppi Parlamentari e vorremo avere la possibilità di rappresentarLe la situazione delle diverse regioni in un incontro specifico che speriamo vivamente Lei voglia accordarci.
In attesa di poterLa incontrare e avere riscontro di questa nostra comunicazione, Le rivolgiamo i nostri più calorosi saluti e auguri di buon lavoro.