da Vita del 28 giugno 2024

Giovedì 27 a Vigheffio, Parma, è stata lanciata la campagna #180benecomune, che intende rilanciare il diritto alla salute, richiamando i contenuti della Legge 180, in un momento in cui i servizi territoriali sono in difficoltà e la politica sembra andare in una direzione diversa rispetto a quella tracciata dalle norme del 1978.

“Rilanciare il diritto alla salute per tutti richiamando i contenuti della Legge 180, rimettendo in moto un impegno iniziato negli anni ’70 e in realtà mai interrotto. Impegno che avvertiamo urgente in un momento in cui le conquiste fatte, anche in termini di diritti civili e costituzionali, sono pericolosamente messe in discussione mentre si assiste a un grave arretramento nel campo della sanità pubblica e della salute mentale in particolare”. È questo lo scopo della campagna #180benecomune, promossa dal Forum salute mentale – associazione che riunisce operatori, familiari, persone con esperienza di disturbi psichiatrici e cittadini interessati – e lanciata ieri alla Fattoria di Vigheffio, in provincia di Parma, luogo storico di inclusione sociale e lavorativa. Secondo Carla Ferrari Aggradi, psichiatra bresciana e presidente dell’associazione, l’impegno per la salute mentale – e per la salute in generale – riguarda tutti, senza distinzioni di colore politico.

Da dove nasce l’esigenza di questa campagna?

Nasce dai nostri incontri e dalle nostre discussioni, in seguito alla presentazione in Parlamento dei due Disegni di legge – per cui come Forum Salute mentale siamo andati all’audizione –, pensati per dare attuazione alla 180 a livello nazionale, non per cambiarla.

Perché è necessario dare attuazione alla 180?

In questi 46 anni la Legge, in seguito all’incontro con le Regioni, è stata spesso travisata, non attuata nella sua semplicità e nella sua complessità. La 180 prevedeva tutta una serie di servizi, che molto spesso non sono stati implementati. È stata data centralità al reparto ospedaliero, quando invece il punto fondamentale della norma sono i servizi territoriali di prossimità, che sorgono lì dove stanno nella quotidianità le persone che vivono un disagio. In più c’è una differenziazione tra le diverse Regioni che rischia di peggiorare gravemente con l’autonomia differenziata, mentre noi vogliamo che la Legge Basaglia sia attuata allo stesso modo in tutto il Paese. È per questo che vorremmo che la campagna coinvolga il più possibile associazioni, persone, realtà del Terzo settore e anche istituzioni. Il momento politico, sociale ed economico è molto difficile; ci sembra molto importante che ci attiviamo per la salvaguardia e il miglioramento dei servizi di salute mentale, ma anche del Servizio sanitario nazionale di cui la 180 fa parte.

In cosa consiste la campagna?

Nel coinvolgimento del maggior numero di realtà possibili, individui, collettivi, associazioni di tutti i tipi che vogliono attivarsi attorno al concetto di “bene comune”. La 180, come la 833 (La Legge che ha istituito il Ssn, ndr), sono beni comuni: appartengono a tutti noi e quindi tutti noi ci dobbiamo attivare. È questo che la campagna vuole fare: creare delle iniziative che portino a dialogare più persone possibile, diffondendo l’idea che la salute e la sanità sono di tutti, indipendentemente da qualsiasi pensiero politico. Faremo incontri online, ma anche e soprattutto di persona, per portare avanti delle progettualità che permettano di portare avanti la comunicazione sul territorio.

A conclusione della campagna, è in programma l’organizzazione di un grande evento a livello nazionale.

L’accordo tra le varie realtà è che si faccia un momento conclusivo. Ieri, durante il dibattito, è stata lanciata l’idea – su cui però bisogna discutere, perché tutti i partecipanti devono trovarsi d’accordo, il Forum non si arroga il diritto di decidere per conto suo – di trovarsi in autunno a Gorizia, che il prossimo anno sarà Capitale europea della cultura, al parco Basaglia, dov’era l’ex ospedale psichiatrico.

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