Miti e archetipi della coercizione nel mondo psichiatrico, a dieci anni dal sacrificio di Francesco Mastrogiovanni. Critica dei recenti approdi giurisprudenziali
Abstract
Il saggio esplora la prospettiva costituzionalistica sul tema della contenzione fisica degli infermi e degli anziani. Ne dimostra l’assoluta illegittimità in difetto di una norma facoltizzante prevista dalla legge, come prescrive l’art. 13 della Carta fondamentale. Tale disposizione costituzionale, non a caso, pone a presidio di ogni limitazione della libertà fisica dell’individuo il principio di legalità sostanziale. Lo scritto si occupa poi di sfatare alcuni miti propalati muovendo da casi di scuola quali le microcontenzioni serventi atti terapeutici e le pratiche contenitive su richiesta degli interessati. Sgomberare il campo da questi equivoci è doveroso, specie alla luce dei punti di approdo della sentenza della Suprema Corte di Cassazione, in causa Mastrogiovanni, di cui si evidenziano talune condivisibili conclusioni argomentative, ma anche non lievi aporie nell’argomentazione, sul piano della teoria costituzionale e della pratica medica. Esclusa la natura di atto terapeutico così come la sfuggente riduzione di tali condotte privative della libertà a presidi cautelari, l’analisi si fonda su una definizione di contenzione biomeccanica che, se equivocata, può generare gravi aporie sul versante logico e della ricostruzione giuridica.
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