Aggiungere più vita agli anni, non più anni alla vita: questo il leitmotiv alla base dell’esperienza delle microaree, che vede coinvolti Ater, Azienda sanitaria e Comune, realtà che interagiscono e convergono per garantire, appunto, più vita ad una persona, promuovendo la salute e lo sviluppo di comunità. L’interazione è garantita dalla presenza per ciascuna microarea di un referente ed un portiere sociale che, assieme ai numerosi operatori e volontari appartenenti a cooperative, monitorano e sono punti d’ascolto. I risultati straordinari che si sono ottenuti derivano anche dalla volontà di valorizzare al massimo il capitale umano, incoraggiando così attività di socializzazione, formazione e ricreazione e rendendo le persone protagoniste della loro stessa cura.
Di microaree discutono mercoledì 17 aprile al Cinema Ariston di Trieste (viale Romolo Gessi, 14) alle 18.30 le autrici del libro La città che cura – Microaree, periferie della salute Giovanna Gallio, psicologa e psicoterapeuta, docente di Psicologia sociale presso la Scuola di specialità in Psichiatria dell’Università degli Studi di Trieste, e Maria Grazia Cogliati Dezza, psichiatra che ha partecipato al lavoro di superamento dell’ospedale psichiatrico di Trieste e all’apertura dei primi centri di salute mentale, già direttrice di un distretto sanitario dell’azienda triestina e successivamente coordinatrice sociosanitaria, assieme a Fabrizio Barca, economista, animatore del forum diseguaglianze e diversità, già presidente del Comitato per le politiche territoriali dell’OCSE e poi Ministro per la coesione territoriale del governo Monti. L’incontro, condotto dalla giornalista Gioia Meloni, sarà preceduto dalla proiezione del film La città che cura di Erika Rossi alle 17.