14concerto2Come, grazie a un orto da coltivare, un gruppo in cui ritrovare relazioni e vita sociale ci si ritrovi a partecipare a un convegno di “operatori” in qualità di relatore e, soprattutto,  ” ..  il desiderio di incontrare Vasco, così lo abbiamo contattato ma per motivi organizzativi non ha potuto, però ci ha invitato ad un suo concerto a Caserta e noi abbiamo preparato una maglietta con una scritta “Jenny è tornata… non vuole più dormire” ispirata dalla sua canzone “Jenny e’ pazza ” che ha suscitato in noi il desiderio di rivalsa verso la vita e adesso anche noi, come lei, non vogliamo più dormire (imbottiti dai farmaci)… ma scrivere un libro…scrivere le nostre storie… una sfida contro il destino che per noi forse e’ stato un po’ troppo crudele”

Storia di vitaUmberto

Io sono un ragazzo nato a Salerno, vissuto per 30 anni a Salerno, ho frequentato le scuole elementari e medie a Salerno. In famiglia siamo tre figli; prima vengo io, poi viene mia sorella che adesso e’ sposata con un figlio e poi c’e’ mio fratello che adesso lavora.

Ho vissuto una storia d’amore con una ragazza di Salerno, io avevo 15 anni e lei 13. Abitavamo nello stesso quartiere e nel frattempo abbiamo fatto molte esperienze insieme come andare insieme al ristorante, andare a ballare, il primo bacio, era la prima ragazza per me e il primo ragazzo io per lei.

La relazione e’ durata 5 anni e il filo che ci legava era proprio la forza di condividere molte esperienze per la prima volta.

Nel frattempo andavo a scuola, giocavo a calcio quindi mi dividevo tra la scuola, il calcio e la mia ragazza con cui ero molto affiatato.

All’eta’ di 18 anni sono partito per il servizio militare dove ho fatto il car e poi mi hanno trasferito nel friuli. Lì, svolgendo il servizio militare, molto spesso ho subito la pressione dei militari anziani. Si trattava di atti di violenza,riti di iniziazione e questo mi ha portato ad avere delle crisi depressive, in seguito sono passato in cura da uno psicologo dell’esercito .

Però da un lato l’esperienza militare mi piaceva. La presenza di tanti ragazzi provenienti da tutta l’Italia con storie diverse mi ha portato a confrontarmi e a fare tante amicizie autentiche. Ricordo in particolare amici di Milano e Napoli

l'orto
l'orto

Sono stato ricoverato 3 mesi al reparto neurologico dell’ospedale del friuli. Lì ci davano i cucchiai di plastica per mangiare, niente coltelli, forchette. Niente televisione e sigarette e la sera prima di addormentarci ci davano delle gocce per dormire. Gli infermieri ci aiutavano a mantenere la calma mentre le suore con le loro parole ci davano conforto.

Questa per me e’ stata l’esperienza più brutta della mia esistenza ovvero mentre da un lato l’aver conosciuto tante persone nuove mi ha aiutato, dall’altro invece l’esperienza del ricovero in ospedale è stata negativa.

Finito il ricovero fui reintegrato nel corpo. A questo punto mi mancavano ancora ¾ al congedo ed è stato un bel periodo perchè li ho passati in allegria con gli amici. La sera si andava in disco, a donne.

Il giorno del mio congedo presi un treno e tornai a Salerno. Ero felicissimo di tornare a casa a riabbracciare i miei familiari e a rivedere la mia ragazza ed i miei amici.

Tornato nella mia città cambiai quartiere

Prima ho accennato al calcio, era la mia vita, mi sono sempre impegnato al massimo in questo sport, l’idea di indossare una maglia, di far parte di un gruppo e raggiungere lo stesso scopo tutti insieme mi dava emozioni indescrivibili… ho sempre sperato di diventate un giocatore professionista ma non ho mai pensato di farlo per guadagnare soldi bensì per la passione di provare emozioni forti ogni volta che toccavo un pallone.

Ho giocato con squadre professionistiche fino all’eta di 20 anni. Ma visto che in quel periodo avevo esigenze economiche scelsi di lasciare il mondo del calcio per iniziare a lavorare. Mio padre mi propose di aiutato nel bar di famiglia ed io accettai. Mentre lavoravo trovavo il tempo di vedermi con la mia ex ragazza con la quale avevo mantenuto rapporti di affetto e anche con i miei amici.

Quindi la mia vita scorreva tranquilla fino a quando mio padre, raggiunta la pensione, decise di lasciarmi l’intera gestione del bar. Ma io rifiutai perchè nel frattempo i miei avevano deciso di cambiare casa spostandosi in un’altra città perciò il bar fu, alla fine, venduto a terzi

Senza più il bar mi ritrovai senza più lavoro. Perciò dovetti un pò arrangiarmi per tirare avanti In un periodo vendetti pure sigarette di contrabbando con alcuni miei amici.

Prima ho accennato al cambio di casa ed infatti, visto che abitavamo in un quartiere degradato con persone poco raccomandabili, mio padre decise di cambiare casa e trasferirsi a Pontecagnano assecondando così il volere di mia madre di trasferirsi vicino ai suoi parenti. Io, non avendo un’indipendenza economica, fui costretto mio malgrado a seguirli lasciando, dunque, la mia città natale.

Lasciare Salerno mi ha fatto stare molto male. L’idea di lasciare tutte le mie conoscenze, i miei amori e i ricordi legati ad ogni angolo di strada mi rattristava molto. La nostalgia era forte ma ancora più forte era la paura di non sapere cosa mi attendeva a Pontecagnano. Avevo 30 anni…..

A Pontecagnano stavo male, un male che veniva da dentro che non sapevo spiegarmi. Allora mio padre, preoccupato per me, decise di portarmi in cura da uno psichiatra

Ma con quest’ultimo non andò bene. Non stabilii nessun contatto umano con questo medico che era solito trattarmi sbrigativamente segnandomi solo, di volta in volta, la terapia farmacologica da seguire. Ma io continuavo a stare male

Fu così, avevo circa 32/33 anni, che ebbi il primo ricovero coatto. In seguito ad un forte litigio con i miei fui costretto a ricoverarmi con la forza presso il reparto psichiatrico dell’ospedale di Salerno. Fu bruttissimo. Ero confuso. Odiavo stare a Pontecagnano e di conseguenza ero arrabbiato,violento…….

relatore al convegno ...
relatore al convegno ...

Dopo altri due ricoveri in tso nel giugno del 2008 conobbi due medici che mi proposero di frequentare un gruppo al centro di salute mentale di Pontecagnano ed io accettai.

Il gruppo è composto da ragazzi, ragazze, medici ed operatori; ci raccontiamo le nostre storie e le nostre esperienze di vita. C’è chi, come una ragazza, si sente anziana; un’altra ragazza sposata e poi separata ha tentato il suicidio; chi , come un’altra ragazza, sentiva le voci ed a proposito delle voci abbiamo visto dei film che trattavano quest’argomento e ne abbiamo discusso.

All’inizio ero un scettico, avevo sempre pensieri negativi ma pian piano frequentando il gruppo questi pensieri sono scomparsi ed ho imparato a gestire la rabbia.

Con la fiducia dei medici, noi del gruppo non abbiamo più paura ad assumere farmaci.

Insieme agli operatori e ai medici abbiamo intrapreso delle attività come andare al mare, in montagna, sulla neve, in discoteca, a vedere la salernitana e grazie al comune di Pontecagnano che ce li ha donati, curiamo due orti nel parco archeologico (di cui sono il responsabile).

Noi del gruppo ci riuniamo tre volte a settimana per lavorare la terra e piantare ortaggi. Ci siamo scambiati i numeri di telefono e tra noi sono nate vere amicizie tanto che ci organizziamo ed usciamo anche da soli.

i preparativi per lo striscione da portare al concerto
i preparativi per lo striscione da portare al concerto

Durante il gruppo, tra una pausa e l’altra, vista la grande passione di Nello per Vasco, ascoltavamo spesso sue canzoni. Una di queste “Jenny e’ pazza” ci ha colpito particolarmente tanto da far nascere in noi il desiderio di incontrare Vasco, così lo abbiamo contattato ma per motivi organizzativi non ha potuto, però ci ha invitato ad un suo concerto a Caserta e noi abbiamo preparato una maglietta con una scritta “Jenny è tornata… non vuole più dormire” ispirata dalla sua canzone “Jenny e’ pazza ” che ha suscitato in noi il desiderio di rivalsa verso la vita e adesso anche noi, come lei, non vogliamo più dormire… ma scrivere un libro…scrivere le nostre storie… una sfida contro il destino che per noi forse e’ stato un po’ troppo crudele.

il concerto
il concerto

un abbraccio. Umberto

 

 

 

2 Comments

  1. Leda Cossu

    Ciao Umberto, ora ascolterò Vasco con un altro orecchio, grazie. Ti immaginerò fra volti sorridenti, chinato sulla terra, fra gli ortaggi dell’orto, amicizie, affetti.. e ad incontrarci quì fra tanti amici, al Forum.
    Mi stai facendo riflettere, io mi sento e vivo come una viaggiatrice del mondo, penso che potrei mettere radici, (trovare casa) ovunque, ma un po’ di storie come la tua mi stanno facendo riflettere che è una cosa molto delicata “trapiantarsi” per crescere altrove. Ci vuole molta cura, come per una pianta, le radici hanno bisogno di portarsi appresso un po’ della vecchia terra, come fai tu che hai memoria delle cose buone che hai lasciato a Salerno, che hai portato con te in questo luogo che ha un nome anche bello “Pontecagnano”, un po’ ponte e un po’ cane (a me piacciono i cani). Tutte le nostre vite sono un po’ ponti.. da attraversare, ma in ogni luogo troviamo nuovi affetti, amici fedeli, troviamo insomma un po’ di fedeltà che c’è anche nel nuovo luogo dove vivi, Pontecagnano… un po’ ponte e un po’ cane. Ma perché si chiama così, che storia ha questo luogo? Ciao. Leda

  2. cara leda sono umberto mi ha fatto piacere il tuo commento alla mia storia. ti spiego l’origine del nome della mia citta pontecagnano;si chiama cosi perche c’e un ponte e nel passato quando c’erano le carrozze usualmente usavano questo ponte per cambiare i cavalli .Continuo a coltivare l’ orto e ora abbiamo intenzione insieme con gli altri ragazzi di produrre magliette dipinte a mano. Un abbraccio umberto

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