Sovraffollamento, carenze di personale sanitario e di polizia penitenziaria, incuria e sporcizia. I risultati del “viaggio tra gli ultimi” a sorpresa compiuto dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sul Sistema sanitario nazionale. Marino: “Ci siamo imbattuti in realtà inaccettabili”. A Castiglione delle Stiviere l’unica struttura che ha passato l’esame
ROMA – Un uomo legato al letto con un foro in corrispondenza del bacino a Barcellona Pozzo di Gotto (Me). Due padiglioni ristrutturati ma completamente inutilizzati, mentre i 320 degenti condividono celle fatiscenti da sei posti letto ciascuna ad Aversa, in provincia di Caserta. Una struttura dove il 40% degli internati è detenuto “in deroga” e dove un uomo, di proroga in proroga, è internato da 25 anni a Napoli. Celle di contenzione e spazi angusti e fatiscenti a Montelupo Fiorentino. Un uomo pressoché immobilizzato a un letto da cinque giorni senza neppure disporre di un campanello per richiamare l’attenzione degli operatori a Reggio Emilia. E ovunque sovraffollamento, carenze di personale sanitario e di polizia penitenziaria, incuria e sporcizia: ambienti fatiscenti, vernici scrostate, lenzuola grigie, armadietti vecchi o divelti. Sono questi i risultati più eclatanti del “viaggio tra gli ultimi” che la Commissione parlamentare di inchiesta sul Ssn ha effettuato tra i sei Ospedali psichiatrici giudiziari (Opg) italiani. Ne emerge un quadro allarmante, dove l’unica struttura che sembra salvarsi e che viene definita “in condizioni strutturali verosimilmente buone” è quella di Castiglione delle Stiviere.
“Abbiamo effettuato un sopraluogo a sorpresa in tutti gli Ospedali psichiatrici giudiziari del nostro paese – ha detto il presidente della Commissione, Ignazio Marino ricordando che la situazione degli Opg rappresenta una “ferita per la nostra civiltà”. Attualmente nei sei Opg, che dagli anni Settanta sostituiscono i manicomi criminali, vivono 1500 internati molti dei quali con “misure di proroga”. E le proroghe – ha precisato il presidente della Commissione – “possono essere talmente tante che alcune persone sono ancora lì dopo 25 anni”. “Ci siamo imbattuti in realtà inaccettabili – ha detto ancora Marino -. Nell’Opg di Barcellona di Gotto un uomo era legato mani e piedi a un letto con delle garze. E il letto di contenzione era provvisto di un buco dal quale defluivano feci e urine in una pozza sottostante. Ma ci sono – ha aggiunto – casi altrettanto drammatici, come quelli di tante persone finite in Opg per reati minori e poi restate lì per le infinite proroghe delle misure di sicurezza cui sono state sottoposte. Ho negli occhi la storia di un uomo, internato a Napoli, che 25 anni fa è andato davanti a una scuola vestito da donna, ha scontato i suoi due anni di misure di sicurezza ma non è più uscito. A Montelupo Fiorentino, nella sezione maschile, c’è l’unico transessuale internato in Italia. La sua cella è quasi sempre chiusa”.
“Ho camminato per questi luoghi provando orrore per l’aver creato, come società, territori nei quali qualcuno ritiene di aver nascosto non ammalati psichiatrici, ma mostri di cui vergognarsi”, ha detto il relatore di maggioranza Michele Saccomanno, che ha definito gli Opg un “inferno organizzato” e la vita degli internati una “via crucis”. Saccomanno ha sottolineato anche come “la Commissione abbia deciso di riferire ai cittadini prima di riferire al Parlamento”, perché “è importante creare un’attenzione che sostenga quelle che dovrebbero essere le soluzioni”.
“Questo ramo dell’inchiesta sulla psichiatria italiana – ha dichiarato il relatore di minoranza, Daniele Bosone – ci ha fatto incontrare una realtà drammatica ed impressionante, di persone malate dimenticate dalla società e dalle istituzioni, detenute in condizioni inumane senza che spesso ce ne sia un vero motivo ma solo perché le Asl non se ne fanno più carico. In un paese civile ciò è inaccettabile” ha detto ancora Bosone, ricordando che questi comportamenti violano la legge 180. “Bisogna superare il sistema degli Opg che abbiamo visto, alcuni vanno chiusi perché indegni, in altri bisogna alzare il tasso di sanità e ridurre quello carcerario, molti dei pazienti devono essere ridistribuiti nelle comunità protette dei territori”. (ap)
(da Superabile 29 luglio 2010)