Perché l’umanità ha ancora bisogno di cento, mille palcoscenici per far capire che diversità, malattia, solitudine, poesia, non appartengono solo a categorie specifiche di persone, ma sono patrimonio di tutti.
Questo diceva Claudio, che ha speso tutta la sua vita per allestire mille e mille palcoscenici rincorrendo il suo sogno.
Franco Rotelli, vicino a Claudio fin dai primi anni del suo far teatro a San Giovanni e poi in nel mondo:
«Solo gli artisti oggi sono responsabili: qualcuno ha scritto questa frase e Claudio Misculin ha dimostrato di esserlo. In questi decenni ha messo se stesso, il suo corpo in primis, la sua vita al servizio di un’esperienza autentica, di relazioni potenti. Coinvolto e coinvolgente come solo un artista può esserlo, in un tempo in cui quasi tutti si ritraggono, si salvaguardano, cercano di recitare solo laddove non ci sia alcun prezzo di sé da pagare. È riuscito nel suo teatro a rendere vero/simili cose che non lo sono quasi mai».
In memoria di Claudio Misculin si terrà lunedì 23 settembre alle 21 presso la Sala Bartoli di Trieste lo spettacolo teatrale (Tra parentesi) la vera storia di un’impensabile liberazione.
Il Cantico dei Matti – Accademia della Follia