Nei preparativi per la partenza del Cavallo azzurro s’inserisce questo contributo di Luigi Benevelli che riapre il dibattito sull’impellente necessità di chiudere gli Opg italiani, non senza rivedere alcuni articoli del Codice penale alla base dei meccanismi detentivi in queste strutture. Già in passato sono state avanzate in questo senso proposte di legge dall’On. Vinci Grossi prima e dall’On. Francesco Corleone successivamente. Marco Cavallo si accinge a partire scommettendo sulla realizzabilità di questi cambiamenti.
In groppa a Marco Cavallo
Marco Cavallo inizia fra pochi giorni un lungo viaggio per la penisola portandosi dentro e in groppa la sua storia di simbolo della fatica della liberazione e di anelito alla libertà. Questo accade in un momento particolarmente oscuro della vita della nostra democrazia repubblicana (sui cui aspetti più inquietanti non mi soffermo), ma che però dobbiamo tenere presente come scenario politico di contesto.
Sappiamo tutti che per riuscire a sbrogliare l’intreccio di questioni che compongono il “groppo” dell’opg, avremmo la necessità di potere contare sull’attenzione del Parlamento, sul lavoro dei giuristi per la riforma dei Codici (ovviamente nel senso da noi auspicato), sull’inquietudine quantomeno di chi lavora sul campo, su media meno incolti, stigmatizzanti e banali.
Di quello che non c’è dobbiamo giocoforza fare a meno e non possiamo contare nemmeno sulla fiduciosa attesa nel “sol dell’avvenir”. A mio avviso è utile riconoscere, tener conto di quello che manca per darci alcuni obiettivi possibili, costruire e consolidare teste di ponte nei territori dei penalisti, dei medici legali, dei criminologi, dell’avvocatura, della magistratura. Ad esempio: considerando che all’ordine del giorno della politica nazionale vi è la revisione della Costituzione, non è questa un’occasione per inserirsi nel dibattito visto che la misura di sicurezza è costituzionalizzata e che se la Costituzione resta com’è sulla questione, molto di quanto sosteniamo in alternativa all’opg non sarà mai possibile? Chi lo può fare?
Lamento poi la mancanza di una bozza di proposta di legge di riforma del Codice, accompagnata da una argomentata, documentata e ricca relazione. Poterne disporre ci consentirebbe di sollecitare l’interesse (e il rispetto) del mondo degli operatori del diritto, allestire e moltiplicare dal basso eventi, visto che “l’alto” o sfugge o è inerte .
Abbiamo visto che la sola denuncia delle condizioni della vita quotidiana degli internati in opg ha prodotto l’“effetto Marino”, cioè, se ci saranno ancora i soldi e le Regioni riusciranno a spenderli, tanti piccoli opg. Questo perché le norme, le culture, le mentalità, il “senso comune” di quelli che si occupano professionalmente, istituzionalmente del “reo folle” sono rimasti quelli di prima. Se mi chiedo quale sia oggi lo stato del pensiero critico in tema di revisione dei Codici registro solo alcuni recenti isolati generosi contributi che hanno sì arricchito le nostre conoscenze, ma non sono stati seguiti da ulteriori studi e proposizioni.
Invece la psichiatria critica, anti istituzionale, anche se non gode di grande salute in questo momento, il suo dovere lo ha fatto. Si cercherà di ignorarla da parte dei molti che la avversano e la snobbano, ma tutti sanno che esiste, che pensa, conoscono le critiche che porta. Marco Cavallo se la porta dentro e va a rappresentarla in giro per il mondo.
Per dire, che sulla nostra bandiera, in groppa a Marco Cavallo ci starebbe bene, da subito, una proposta, una indicazione di via d’uscita “legislativa”.
Luigi Benevelli