Trieste 2015 –Incontro nazionale di associazioni e persone con l’esperienza del disagio mentale
Parco Culturale di San Giovanni, 17 – 19 settembre
“La speranza è un rischio che bisogna correre” (Georges Bernanos)
Impazzire si può ritorna quest’anno il 17-18-19 settembre nel Parco di San Giovanni, a Trieste.
Anche quest’anno vorremmo entrare nel vivo delle questioni che maggiormente lanciano ai servizi di salute mentale la sfida al cambiamento, quelle che necessitano, qui e ora, di una riflessione relativa alle pratiche quotidiane, ai poteri che le sottendono e ai linguaggi comunicativi che le definiscono. Quale più efficace anticorpo, capace di mantenere sano e vigile un servizio, se non il linguaggio del tutto innovativo dei peer support, che tanta contraddizione possono far emergere nei percorsi di reciproca recovery nei servizi di salute mentale? O il linguaggio dei giovani che scardinano con il silenzio o il frastuono delle loro parole le “terapie” pensate “per” loro?
Le tre giornate del Convegno saranno dedicate al tema del peer support, all’accoglienza dei giovani che accedono ai servizi di salute mentale, alla trasformazione dei servizi che incontrano linguaggi diversi cui devono rispondere con pratiche innovative.
Da soli si va veloci, insieme si va lontano
“Chi combatte rischia di perdere, chi non combatte ha già perso” (Bertolt Brecht)
Giovedì 17 settembre, dalle ore 14, il convegno si aprirà con l’Assemblea dei peer support.
L’Italia, la Francia e l’Olanda sono i paesi con i quali la condivisione dell’esperienza dei peer, secondo modelli e principi tra loro diversi, è stata continua. Vorremmo raccontare i passaggi, gli esiti, le novità, gli approfondimenti che ogni gruppo ha sviluppato nel proprio contesto. La condivisione, il reciproco scambio, il confronto sono, per noi, gli elementi imprescindibili per dare forma, sostanza e forza a questo movimento.
Ci confronteremo con tutti coloro che parteciperanno all’edizione 2015 del convegno: Martijn Kole da Utrecht e la neonata Recovery College partita questa primavera, Paul Backer, Roberta Casadio e gli ospiti della Recovery House triestina, i Médiateur de santé pairs di Lille e le varie realtà italiane (Modena, Latiano, Trento, Gemona, Udine, Torino, Faenza, Imola, Reggio Emilia, …..)
La mia città invisibile
“L’anello più debole è anche il più forte. Spezza la catena” (Stanislaw J. Lec)
Venerdì 18 settembre entreremo nelle nostre città invisibili, che alle volte sono costituite da sogni da realizzare, altre volte da spettri da cui fuggire.
Parleremo di sogni e di bisogni che li attraversano e del legame con la realtà che li circonda.
Quali gli strumenti capaci di permettere alle persone percorsi di ripresa? Quali azioni per garantire adeguata partecipazione, per avviare percorsi corrispondenti ai bisogni? Quali gli interlocutori – istituzionali e non – devono venir invitati a dialogare, devono essere motivati a garantire la continuità del processo di scambio?
E ancora: in un momento di forte disgregazione sociale e perdita di riferimenti certi e garantiti in ambito lavorativo, come progettare oggi un futuro possibile? La rete dei soggetti: associazionismo, cooperazione, impresa sociale, cittadinanza attiva, riesce ad accogliere e sviluppare nelle persone più giovani identità e risorse, nonché avviare positivamente il superamento del concetto di lavoro propriamente detto che appare oggi socialmente insufficiente?
L’ora del vero sentire
“Non ci si libera di una cosa evitandola, ma soltanto attraversandola” (Cesare Pavese)
La mattinata di sabato 19 settembre sarà dedicata a raccogliere e restituire idee, temi, parole chiave emersi dagli incontri per proseguire assieme il nostro lavoro. Nella ricerca di nuovi percorsi di cambiamento e di connessione tra soggetti, servizi e reti.
Segreteria Organizzativa Articolo 32
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