▪ Il Global Mental Health Summit che si terrà a Roma il 13 e 14
ottobre prossimi è una grande occasione per riportare al centro, in
una cornice istituzionale mondiale, l’approccio italiano alla Salute
Mentale di Comunità e l’impegno contro ogni dispositivo
organizzativo e pratica di violazione dei diritti umani, di esclusione e
di internamento.
▪ Questo approccio ha portato più di quarant’anni fa in Italia all’abolizione dell’internamento negli ospedali psichiatrici – avviando un percorso di liberazione, durato vent’anni, per la loro chiusura definitiva – e all’apertura di servizi di salute mentale di comunità, ha restituito cittadinanza alle persone con disturbo mentale e dignità al lavoro di operatrici ed operatori. A questo Summit, che è stato voluto dal Ministro uscente Roberto Speranza e che si svolgerà in un quadro politico e istituzionale nuovo, all’indomani delle elezioni del 25 settembre, il Coordinamento Salute Mentale vuole continuare a portare il suo contributo e pensiero critico.
▪ Il Coordinamento, espressione di una rete diffusa e numerosa di associazioni che rappresentano operatori sanitari e sociali, persone che vivono l’esperienza della sofferenza mentale, familiari e cittadini impegnati nell’affermare il diritto alla salute mentale, intende ribadire in quelle giornate la preziosa eredità di saperi e di pratiche di deistituzionalizzazione avviate in Italia da 60 anni e la necessità di dare continuità a quel processo, nel quadro dei problemi e contesti attuali. Ma intende pure evidenziare quanto rimane ancora da fare oggi per il rafforzamento culturale, organizzativo e di risorse nei servizi della salute mentale e nel sistema sanitario pubblico, in particolare dopo l’indebolimento, fino alle regressioni in molte situazioni, a cui si è andati incontro negli ultimi decenni.
▪ Vogliamo sottolineare che per trasformare l’esclusione di chi soffre in percorsi emancipativi e di sostegno, di valorizzazione delle persone, non identificate più solo con la loro condizione di malattia, sono stati necessari impegno, competenza, responsabilità, lavoro collettivo, risposte globali; ma che l’impegno per superare la istituzionalizzazione e i suoi paradigmi realizza un positivo rafforzamento del senso del bene comune, contrasta l’invalidazione delle persone, malati e operatori, e restituisce alle città luoghi prima sequestrati.
▪ Vogliamo pure ribadire che una buona legge deve essere sostenuta e alimentata dalla politica, dalle professioni, dalle risorse finanziarie, dalle organizzazioni sanitarie nazionali e locali, dalla cultura, dalla sensibilità e dall’attenzione pubblica per non perdersi e non essere smentita nei fatti da pratiche e princìpi che la negano. Ma vogliamo pure evidenziare il divario che esiste nel nostro paese fra buone pratiche di operatori, associazioni, cittadinanza attiva presenti e diffuse e diversi degli attuali indirizzi politici locali.
▪ Denunciamo il pericolo di una impostazione esclusivamente medica della salute mentale, il rischio di tornare a soluzioni repressive nei confronti delle persone con disturbo mentale, l’eccesso di ricoveri coatti, di contenzioni, di ricorso all’internamento in strutture chiuse, di produzione di cronicità, di abbandono degli operatori a se stessi, dopo averne ridotto drammaticamente il numero, privando così la salute mentale dell’unica vera risorsa indispensabile: personale adeguato per numero e competenze in grado di affrontare la complessità del dolore psichico ed evitare che si trasformi in comportamenti difficili da affrontare.
▪ Il pericolo di politiche locali, nel nostro caso regionali, che smentiscono gli indirizzi nazionali e ad essi si oppongono nella sostanza e quello di privatizzare le cure della sofferenza mentale grave e di rinchiuderla in istituzioni chiuse, rischia di aggravare le diseguaglianze di società sempre più divise.
▪ Con la forza dell’esperienza maturata, continueremo a condividere la lezione di Franco Basaglia con tutti coloro che nel mondo, e sono tanti, sono sensibili ai temi dei diritti, dell’eguaglianza e della salute universalistica e che per questi valori si battono. Ma pure indicheremo inefficienze, mancate risposte, cattive pratiche, violazioni dei diritti, primo fra tutti quello alla cura, per fare fronte comune contro l’azzeramento del patrimonio di saperi e pratiche accumulate nella lotta per la deistituzionalizzazione.
Il Coordinamento nazionale per la Salute Mentale
27 settembre 2022