Un’indagine Eurostat segnala che 81 milioni di lavoratori in Europa sono esposti a rischi per la salute fisica e mentale: quali sono i principali fattori di rischio? Quali i paesi più colpiti?
Pubblichiamo un estratto di un approfondimento tratto dell’Osservatorio INCA CGIL per le politiche sociali, che presenta i dati tratti dal bollettino statistico di Eurostat relativi a infortuni sul lavoro e malattie professionali in Europa.
L’articolo è a cura di Carlo Caldarini.
Un lavoratore su dieci vittima di un infortunio o di un problema di salute collegato al lavoro
Nell’Unione europea, il 3,2% dei lavoratori ha subìto almeno un infortunio sul posto di lavoro e l’8,6% ha dichiarato di soffrire di un qualche disturbo della salute causato dal lavoro, non necessariamente riconosciuto come malattia professionale.
La sola esposizione sul posto di lavoro a uno o più fattori di rischio che possono influire negativamente sulla “salute fisica” è stata segnalata dal 41% dei lavoratori. Sono invece esposti a fattori di rischio per la loro “salute mentale” il 28% dei lavoratori.
Fattori di rischio per la salute fisica e mentale
L’indagine Eurostat esamina, l’esposizione dei lavoratori a fattori potenziali di rischio per la loro salute fisica o mentale.
L’esposizione sul posto di lavoro a uno o più fattori di rischio che possono influire negativamente sulla salute fisica è stata segnalata dal 41% dei lavoratori intervistati, ossia 81 milioni di lavoratori. I fattori di rischio più ricorrenti sono collegati alla postura da tenere durante il lavoro o a movimenti, come il sollevamento di carichi pesanti. I più esposti sono i lavoratori manuali (65% per gli uomini, 52% per le donne).
Per gli uomini, le più alte percentuali di esposizione al rischio si registrano nell’industria estrattiva e mineraria, nella pesca e nell’edilizia. Per le donne, i settori con maggiore esposizione ai rischi sono l’agricoltura e i servizi sociosanitari.
Il 28% dei lavoratori, cioè circa 56 milioni di persone, sono invece esposti a fattori di rischio professionale che possono mettere a repentaglio la loro salute mentale.
Dalle interviste effettuate, i fattori di rischio più frequenti per la salute mentale riguardano l’organizzazione degli orari e il sovraccarico di lavoro (oltre 20%). In questo caso i risultati sono molto simili per uomini e donne. Questo tipo di rischi riguarda soprattutto i lavoratori non manuali altamente qualificati (37%) ed è più frequente nel settore sociosanitario (oltre 40%), nei servizi finanziari, nei trasporti e nella pubblica amministrazione.
Con la stessa cautela evocata per i due paragrafi precedenti diamo infine uno sguardo d’insieme ai dati nazionali.
tratto da: http://www.puntosicuro.it 02/12/2009